giovedì 5 marzo 2015

Petrolio: il ritorno dei prezzi alti?

Sempre più frequentemente si sente parlare di inversione di tendenza nell’ andamento dei prezzi del petrolio, e questa settimana si è aggiunto un ulteriore tassello che consolida questa visione. L’Arabia Saudita ha annunciato che modificherà al rialzo il prezzo di vendita del greggio.

Ma facciamo un passo indietro. Le quotazioni del petrolio sono in brusco calo da luglio 2014, e a novembre si è accesa un chiaro braccio di ferro sui prezzi, da un lato l’Opec e dall’altro i restanti paesi produttori. L’Opec ha voluto mostrare i muscoli decidendo di non rivedere le quantità di produzione, fattore considerato determinante nel crollo dei prezzi, osservando inoltre i livelli di domanda mondiale decisamente inferiori e lontani dai quelli ottimali. Il segnale era chiaro, si era disposti a vedere il ridursi dei propri margini a fronte di mantenere i volumi di vendita. Tale manovra è stata interpretata dai più esperti anche come strategica in risposta all’avvento dello Shale Oil americano.

Da inizio 2015 però gli andamenti dei future del petrolio sui mercati hanno mostrato una ripresa, passando da un minimo di 48$ al barile ai livelli attuali intorno ai 60$ al barile con riferimento al Brent. I principali fattori che possono aver inciso sono stati i drastici tagli della produzione delle maggiori compagnie produttrici, stimato in circa 20%. Questo segnale potrebbe dunque segnare un’inversione del ciclo economico del petrolio, iniziando la discesa dei livelli di produzione e favorendo l’economia e di conseguenza un recupero della domanda.

E’ di questa settimana il commento del ministro del petrolio saudita Ali Al Naimi:  "Il mercato è calmo, la domanda sta crescendo”.

Come riportato da il Sole 24Ore, “anche il rincaro dei listini di Saudi Aramco risponde probabilmente alla percezione di un miglioramento della domanda. Gli Osp (Official Selling Prices) - che di recente sono entrati nel radar degli investitori, trasformandosi spesso in “market mover” - almeno in teoria non dovrebbero indirizzare il mercato, ma rispondere ai suoi cambiamenti”. In effetti non possiamo che sottolineare il ruolo dei mercati che stanno amplificando i movimenti strutturali del petrolio. Negli ultimi mesi molte case di investimento hanno incrementato le scommesse sul rialzo dei prezzi del greggio nel medio periodo.

La situazione attuale dei prezzi relativamente bassi è un grande aiuto per l’economia, in particolare quella europea che stenta a proiettarsi verso la crescita. Sarà dunque necessario osservare nei prossimi mesi quanto il ruolo macro economico e strutturale dietro il petrolio possa giocare il ruolo da padrone nel delineare i trend di prezzo, e di contro quanto sia impattante il ruolo dei mercati finanziari nel muovere i prezzi sulla base di previsioni di lungo termine e di scommesse particolarmente accattivanti.

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