sabato 21 novembre 2015

Edilizia ecosostenibile: le case eco friendly fatte di pneumatici

La nuova frontiera per un futuro di edilizia eco-sostenibile potrebbe arrivare direttamente dalla Colombia.
Nella cittadina di Choachi, sita sugli altopiani della regione di Cundinamarca, circa ad un’ora di cammino ad est della capitale Bogotà, l’attivista ambientale Alexandra Posada, 35 anni, ha costruito per la prima volta abitazioni utilizzando pneumatici usati e abbandonati lungo le strade del paese. Queste singolari costruzioni appaiono come degli enormi igloo, ma in realtà non sono altro che un geniale mix di 9000 copertoni, terra e ferro. Infatti, Alexandra Posada ed il suo team fabbricano queste abitazioni impilando i pneumatici intorno a sbarre di ferro, al fine di creare delle strutture circolari che sono al tempo stesso solide e flessibili; i  copertoni vengono riempiti di terra riuscendo così ad isolare efficacemente le abitazioni sia contro il caldo sia contro il freddo. Anche il tetto viene realizzato con pneumatici opportunamente aperti e allungati per il senso dell’altezza della copertura. Infine, l’attivista utilizza il vetro riciclato dalle bottiglie per realizzare i lucernari nelle camere da letto, inserendoli in senso verticale nei soffitti di cemento per creare un effetto di vetro colorato pixellato.



I vantaggi di questo nuovo tipo di edilizia eco-sostenibile sono duplici: innanzitutto, utilizzando “mattoni” di gomma, la struttura è maggiormente in grado di assorbire le vibrazioni delle scosse terrestri. Pertanto, la casa-igloo è una valida soluzione per l’edilizia antisismica, soprattutto in un territorio come la Colombia messo a dura prova dai terremoti. In secondo luogo, l’impiego di un materiale di scarto quali i pneumatici riduce il notevole e grave problema dello smaltimento della gomma che richiede migliaia di anni per decomposizione; infatti, oltre ai costi che ogni anno il governo colombiano deve sostenere, ci potrebbe essere il rischio che si opti per la soluzione più “facile” e “comoda”, ossia bruciare i pneumatici, provocando così fumi velenosi che sono molto dannosi per la salute dei cittadini.
Grazie a questi benefici, l’invenzione di Alexandra potrebbe in futuro trovare appoggio da parte dell’amministrazione colombiana ed essere quindi proposta su scala più ampia, dando un importante contributo sia dal punto di vista ecologico e del riciclo, sia sotto il profilo della sicurezza all’interno dell’ambiente domestico.
Per chi volesse saperne di più riguardo a questa iniziativa, può vedere un’intervista ad Alexandra a questa pagina:

mercoledì 18 novembre 2015

UBS acquista Santander Private Banking Italia

UBS, uno dei player più rilevanti a livello mondiale nel mercato del Private Banking e del Wealth Management, rafforza la sua presenza in Italia e conferma la decisione di acquisire la divisione private italiana del colosso spagnolo Santander, prendendo quindi in gestione circa 2,7 miliardi di € di masse, insieme all’intero team di private banker e al personale di supporto.


L’operazione, il cui perfezionamento è previsto nel primo trimestre del 2016 - una volta che saranno ottenute tutte le autorizzazioni regolamentari - rappresenta un chiaro segno del desiderio di UBS di rafforzare la sua presenza nello stivale. 

L’acquisizione permetterà infatti agli svizzeri di aumentare la loro market share italiana portandola circa al 4% (dal 3,5% attuale) e di scalare due posizioni nel ranking delle private bank italiane (UBS passerà da sesta a quarta in termini di asset in gestione, secondo quanto dichiarato dai portavoce della società), rimanendo comunque ben distaccata dal leader Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking che con i suoi 90 miliardi di masse detiene circa il 15% del mercato.

Ma quali sono le motivazioni principali dietro questa decisione? Per Fabio Innocenzi, amministratore delegato di UBS Italia, Santander Private Banking Italia vanta un posizionamento di eccellenza nel nostro paese come operatore di prim'ordine nei servizi di private banking. E questa acquisizione è quindi perfettamente in linea con l’attuale offerta di servizi di gestione di grandi patrimoni privati in Italia.


Basata a Milano, e con un network di altre 5 filiali posizionate a Varese, Brescia, Roma, Napoli e Salerno, SPB Italia fornisce consulenza finanziaria e soluzioni di investimento a clientela high net worth (clienti che hanno più di 1 milione € di asset in gestione) e a gruppi familiari. Oltre ai servizi di wealth management, l'offerta di SPB Italia comprende prodotti e servizi bancari, prestiti e mutui. 

La divisione Private di Banco Santander sembra però non sia riuscita a raggiungere in questi anni un massa critica sufficiente da giustificarne il suo mantenimento all’interno del Gruppo che ha preferito cederne la gestione a UBS, un player di sicuro più forte sia in termini di prodotti e servizi offerti, che in termini di posizionamento: la divisone wealth management ha infatti riportato risultati estremamente positivi nel primo semestre del 2015 con gli asset in gestione che sono cresciuti del 9%, di cui 4,8% per effetto performance e 4,2% per flusso netto (vs 1,5% di flusso netto medio delle banche italiane nello stesso periodo). 

mercoledì 4 novembre 2015

Qwant, il motore di ricerca anti-Google europeo

Google, si sa, è il padrone incontrastato del mercato UE dei motori di ricerca di cui detiene il 97%. Tuttavia pare che ci sia qualcuno che voglia fargli concorrenza e che quel qualcuno sia una società francese di nome Qwant, beneficiaria pochi giorni fa di niente poco di meno che di un finanziamento di 25 milioni dalla Banca europea degli investimenti (Bei) nell’ambito del programma comunitario per l’innovazione Horizon 2020.



Qwant – il cui nome fonde il concetto di “Quantity of Information” con quello di “Wanted Information” - è stata fondata nel 2011 da Jean Manuel Rozan e da Eric Leandri con l’obiettivo di introdurre qualcosa di diverso nel mondo dei motori di ricerca. Due sono i punti cardine di questa “diversità”:
  1. un algoritmo meno invadente di quello di Big G, che rispetti la privacy degli utenti e che garantisca la neutralità dei risultati
  2. un presentazione innovativa dei contenuti, con una home page che riporti a sinistra i risultati della ricerca sul web, a destra i link dei social network e al centro le notizie
Qwant è considerato un progetto franco-tedesco anche perché il gruppo editoriale Alex Springer, che da tempo vuole emanciparsi dalla dipendenza da Google, vi ha investito più di 5 milioni e ha acquisito una partecipazione del 20%.
Si prevede che la società sbarchi a breve (fine marzo 2016) anche in Italia, dove tenterà di sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale. La proposta di investimento e di partnership industriale è infatti già al vaglio di grandi operatori del settore delle telecomunicazione nazionali e del credito, i settori per i quali l’attività di Qwant è più strategica.

Tuttavia, nonostante l’attenzione mediatica che si sta registrando in merito a questo progetto, la strada per il successo è ancora lunga. Come afferma infatti Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano “Se il posizionamento politico di questa iniziativa è chiaro non è altrettanto chiaro l'impatto che avrà sul mercato” e la modalità attraverso cui riuscirà a superare i tre ostacoli che ha davanti.
Qwant infatti dovrà essere capace di:
  1. diffondersi in un mercato iper concentrato dove Google ha spazzato via la concorrenza di player di buon livello come Bing (Microsoft) e Yahoo
  2. creare un algoritmo proprietario efficace che permetta di ottenere risultati di qualità e che tenga conto delle nuove modalità con cui gli utenti accedono alla rete (in primis da mobile)
  3. convincere gli utenti allo switch verso un nuovo ecosistema che ovviamente dovrà essere in grado di fornire non solo un motore di ricerca, ma anche una serie di servizi complementari come quelli offerti da Google oggi (e-mail, gestione delle campagne pubblicitarie,…)
La sfida non è semplice: ce la farà Qwant a imporsi come anti-Google europeo o ci troveremo dinanzi all’ennesimo flop?