mercoledì 9 luglio 2014

Il Mondiale della Finanza

Nelle ultime settimane, con l'avvicinarsi del calcio d'inizio del mondiale di calcio, le dimostrazioni di protesta del popolo brasiliano hanno acquisito una notevole visibilità.

La principale accusa volta al governo Rousseff è quella di aver sottratto fondi destinati all'istruzione ed alla sanità per destinarli all'organizzazione del mondiale FIFA.

Effettivamente ha lasciato una certa perplessità la decisione di costruire un imponente impianto sportivo a Maunas, una città che non ospita squadre in grado di garantire una affluenza che possa giustificare un'opera di tali dimensioni.

Tuttavia, tramite il sito della rivista Uol, il segretario generale della presidenza della repubblica Gilberto Carvalho tende a smontare la tesi dei manifestanti paragonando il peso degli investimenti per il mondiale (stimati in 8,3 miliardi di euro) con quello degli investimenti destinati ad educazione e sanità (stimati in 268,6 miliardi di euro).

Le ragioni di questa insoddisfazione popolare ha radici ben più profonde. Il Brasile, negli ultimi anni si sta scontrando con una importante crisi, non essendo più in grado di garantire i tassi di crescita che hanno contraddistinto i paesi emergenti.

Come rilevato dal Il Sole 24 Ore le ultime stime vedono un Pil in crescita di un misero 0,2% nell'ultimo trimestre, valore tipico di un paese europeo e non di un paese emergente.

Inoltre va considerato che questo è sostenuto dalla elevata spesa pubblica, senza la quale il risultato sopra citato sarebbe potuto essere ben peggiore.

Un altro grande problema è il tasso di inflazione che supera il 6%, un valore decisamente elevato che non aiuta il paese ad uscire da questa empasse.

La scelta di aumentare i tassi ha sicuramente aiutato a frenare la crescita dell'inflazione (che ha influenza negativa sui consumi), tuttavia il suo elevato valore deriva da problemi strutturali non risolvibili con semplici manovre sulla politica monetaria.

Gli introiti derivanti dal turismo sportivo legato alla manifestazione (il Sole 24 Ore stima circa 600 mila visitatori) non possono certo essere considerati una cura al malessere economico di un paese che non sembra in grado di sostenere la crescita che lo ha fatto entrare nel gruppo delle più importanti economie mondiali.

Il mondiale ora e le olimpiadi nel 2016 potrebbero anzi creare un effetto boomerang a causa della grande visibilità che offrono tali competizioni, esponendo i problemi economico sociali del Brasile agli occhi del mondo piuttosto che attrarre investimenti provenienti dall'estero.

Le manovre del governo Rousseff che hanno previsto privatizzazioni e sgravi fiscali per le imprese non sembrano aver fruttato i risultati sperati.

Il governo deve necessariamente implementare manovre e riforme volte a permettere un incremento dei consumi interni e degli investimenti privati per non perdere terreno nell'economia mondiale.

Il 5 Ottobre ci saranno le elezioni e chi ne uscirà vincitore dovrà riuscire a risollevare le sorti di un Brasile che non è stato in grado di sfruttare a pieno le opportunità derivanti dalla crescita degli ultimi 20 anni.