tag:blogger.com,1999:blog-64156451544010098772024-03-19T01:07:48.769-07:00EcoFinanziarioAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.comBlogger145125tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-70465605494489938502015-12-15T01:01:00.002-08:002015-12-15T01:05:08.061-08:00Giappone in recessione....anzi no!<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le stime iniziali sul terzo trimestre
nipponico, che prevedevano una contrazione annualizzata del Prodotto Interno
Lordo pari a 0,8 punti percentuali, si sono rivelate totalmente e
sorprendentemente errate. Infatti nel terzo trimestre il <b>Pil </b>è <b>cresciuto </b>ad un
tasso annualizzato dell'<b>1%</b> (0,3 punti percentuali rispetto al secondo trimestre).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Il risultato, decisamente migliore rispetto alle
attese, è stato spinto in modo particolare dall'aumento degli <b>investimenti </b>di
<b>capitale </b>delle <b>imprese</b>, incrementato dello 0,6% (inizialmente era stato
previsto un calo dello stesso dato dell'1,3%).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Quindi la politica economica portata avanti
dal premier<b> Shinzo Abe</b>, sulla quale ha scommesso l'intero suo mandato con il
referendum vinto lo scorso anno, ha cominciato a dare i suoi frutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Come risaputo l'Abenomics prevede una <b>politica
economica </b>decisamente <b>espansiva </b>per mantenere il tasso di inflazione attorno al
2%, tassi di interesse negativi per disincentivare il risparmio ed aumento
della spesa pubblica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">L'economia giapponese, che è la terza
mondiale, torna dunque sul binario dell'espansione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Espansione che da prime stime dovrebbe essere
confermata anche nell'ultimo trimestre del </span>2015 scongiurando il rischio di ripetere il
risultato negativo dello scorso anno (caratterizzato dalla recessione)
influenzato dall'aumento dell'IVA.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Il governo quindi proseguirà con la politica
economica sostenuta da Abe promovendo una <b>manovra fiscale </b>da <b>3000 miliardi </b>di <b>Yen </b>per sostenere il settore
agricolo e la fasce più deboli della popolazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Grazie all'inatteso aumento delle entrate
fiscale il governo non avrà la necessità di ricorrere alla vendita di titoli di
stato per finanziare la suddetta manovra.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Resta ora da vedere se le imprese
ritoccheranno in positivo i salari dei lavoratori così da sostenere la crescita
economica attraverso i consumi interni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Infatti una delle maggiori critiche
all'Abenomics è proprio legata alla <b>possibile mancanza </b>di <b>allineamento </b>dei
<b>salari </b>che porta inevitabilmente ad una riduzione del potere d'acquisto della
popolazione locale.</span><br />
<a name='more'></a><span lang="IT"><o:p></o:p></span></div>
Ecohttp://www.blogger.com/profile/06340419278248490798noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-80499447379707300282015-11-21T02:53:00.000-08:002015-11-21T02:53:38.276-08:00Edilizia ecosostenibile: le case eco friendly fatte di pneumatici<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La nuova frontiera per un futuro di <b>edilizia</b> <b>eco-sostenibile
</b>potrebbe arrivare direttamente dalla Colombia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella cittadina di <b>Choachi, </b>sita sugli altopiani della
regione di Cundinamarca, circa ad un’ora di cammino ad est della capitale
Bogotà, l’attivista ambientale <b>Alexandra Posada, </b>35 anni, ha costruito per la
prima volta <b>abitazioni </b>utilizzando <b>pneumatici usati </b>e abbandonati lungo le
strade del paese. Queste singolari costruzioni appaiono come degli enormi igloo,
ma in realtà non sono altro che un geniale mix di <b>9000 copertoni, terra e ferro.
</b>Infatti, Alexandra Posada ed il suo team fabbricano queste abitazioni impilando
i pneumatici intorno a sbarre di ferro, al fine di creare delle strutture
circolari che sono al tempo stesso solide e flessibili; i copertoni vengono riempiti di terra riuscendo
così ad isolare efficacemente le abitazioni sia contro il caldo sia contro il
freddo. Anche il tetto viene realizzato con pneumatici opportunamente aperti e
allungati per il senso dell’altezza della copertura. Infine, l’attivista utilizza
il vetro riciclato dalle bottiglie per realizzare i lucernari nelle camere da
letto, inserendoli in senso verticale nei soffitti di cemento per creare un
effetto di vetro colorato pixellato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXNPT8mjptA3EuuQWnNsGwCt_kuYDay7igNWUjJ7jAEH2ft5uHqN83JdMSKl5fUoyoeWrVdlBhi5ak8qMF3CaS8Oygr6PWNRtIeRLaequhNuTAV-Y0vp5EQRra7wV_CFlG3nKhlXbTyQc/s1600/Mvd6674525_MGZOOM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXNPT8mjptA3EuuQWnNsGwCt_kuYDay7igNWUjJ7jAEH2ft5uHqN83JdMSKl5fUoyoeWrVdlBhi5ak8qMF3CaS8Oygr6PWNRtIeRLaequhNuTAV-Y0vp5EQRra7wV_CFlG3nKhlXbTyQc/s400/Mvd6674525_MGZOOM.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I vantaggi di questo nuovo tipo di edilizia eco-sostenibile
sono duplici: innanzitutto, utilizzando “mattoni” di gomma, la struttura è
maggiormente in grado di <b>assorbire </b>le <b>vibrazioni </b>delle scosse terrestri. Pertanto,
la casa-igloo è una valida soluzione per l’<b>edilizia antisismica, </b>soprattutto in
un territorio come la Colombia messo a dura prova dai terremoti. In secondo
luogo, l’impiego di un materiale di scarto quali i pneumatici riduce il
notevole e grave problema dello <b>smaltimento </b>della <b>gomma </b>che richiede migliaia
di anni per decomposizione; infatti, oltre ai costi che ogni anno il governo
colombiano deve sostenere, ci potrebbe essere il rischio che si opti per la
soluzione più “facile” e “comoda”, ossia bruciare i pneumatici, provocando così
fumi velenosi che sono molto dannosi per la salute dei cittadini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Grazie a questi benefici, l’invenzione di Alexandra potrebbe
in futuro trovare appoggio da parte dell’amministrazione colombiana ed essere quindi
proposta su scala più ampia, dando un importante contributo sia dal punto di
vista ecologico e del riciclo, sia sotto il profilo della sicurezza all’interno
dell’ambiente domestico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per chi volesse saperne di più riguardo a questa iniziativa,
può vedere un’intervista ad Alexandra a questa pagina:<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;"><a href="http://www.cctv-america.com/2015/07/26/alexandra-posada-is-building-new-homes-with-old-tires-in-colombia"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">http://www.cctv-america.com/2015/07/26/alexandra-posada-is-building-new-homes-with-old-tires-in-colombia</span></a></span></div>
Ecohttp://www.blogger.com/profile/06340419278248490798noreply@blogger.com48tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-22129106265151772682015-11-18T05:37:00.000-08:002015-11-18T05:37:13.432-08:00UBS acquista Santander Private Banking Italia<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><b>UBS</b>, uno dei player più rilevanti a livello
mondiale nel mercato del <b>Private Banking</b> e del <b>Wealth Management</b>, rafforza la
sua presenza in Italia e conferma la decisione di <b>acquisire</b> la <b>divisione
private italiana </b>del colosso spagnolo <b>Santander</b>, prendendo quindi in gestione
circa<b> 2,7 miliardi di € di masse</b>, insieme all’intero team di private banker e
al personale di supporto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6sMmiL5oq3krps2tu25q2Fgxs023688MV1Tva14FvprXpFSy_wH48LGv3j2sQbXfxSk-NgHjr-ZnhxQg_ABvm6nT5iZ8aKhmlt3Nyrj6_KsUJjMbCYrFwljXUD96U15_kUIUtxrCTso/s1600/ubs.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6sMmiL5oq3krps2tu25q2Fgxs023688MV1Tva14FvprXpFSy_wH48LGv3j2sQbXfxSk-NgHjr-ZnhxQg_ABvm6nT5iZ8aKhmlt3Nyrj6_KsUJjMbCYrFwljXUD96U15_kUIUtxrCTso/s1600/ubs.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">L’operazione, il cui <b>perfezionamento </b>è
previsto nel <b>primo trimestre</b> del <b>2016</b> - una volta che saranno ottenute tutte le
autorizzazioni regolamentari - rappresenta un chiaro segno del desiderio di UBS
di <b>rafforzare </b>la sua <b>presenza </b>nello stivale. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">L’acquisizione permetterà infatti
agli svizzeri di <b>aumentare </b>la loro <b>market share </b>italiana portandola circa al <b>4%</b>
(dal 3,5% attuale) e di scalare due posizioni nel ranking delle private bank
italiane (UBS passerà da sesta a <b>quarta </b>in termini di <b>asset </b>in <b>gestione</b>,
secondo quanto dichiarato dai portavoce della società), rimanendo comunque ben
distaccata dal leader Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking che con i suoi
90 miliardi di masse detiene circa il 15% del mercato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Ma quali sono le <b>motivazioni
</b>principali dietro questa decisione? Per <b>Fabio Innocenzi</b>, amministratore
delegato di UBS Italia, Santander Private Banking Italia vanta un
<b>posizionamento </b>di <b>eccellenza </b>nel nostro paese come operatore di prim'ordine nei
servizi di private banking. E questa acquisizione è quindi perfettamente in
linea con l’attuale offerta di servizi di gestione di grandi patrimoni privati
in Italia.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Basata a <b>Milano</b>, e con un network di <b>altre 5
filiali</b> posizionate a Varese, Brescia, Roma, Napoli e Salerno, SPB Italia
fornisce consulenza finanziaria e soluzioni di investimento a clientela high
net worth (clienti che hanno più di 1 milione € di asset in gestione) e a
gruppi familiari. Oltre ai servizi di wealth management, l'offerta di SPB
Italia comprende prodotti e servizi bancari, prestiti e mutui. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">La divisione
Private di Banco Santander sembra però non sia riuscita a raggiungere in questi
anni un massa critica sufficiente da giustificarne il suo mantenimento all’interno
del Gruppo che ha preferito cederne la gestione a <b>UBS</b>, un <b>player </b>di sicuro più
<b>forte </b>sia in termini di <b>prodotti </b>e servizi offerti, che in termini di <b>posizionamento</b>:
la divisone wealth management ha infatti riportato risultati estremamente
positivi nel primo semestre del 2015 con gli <b>asset </b>in <b>gestione </b>che sono
<b>cresciuti </b>del <b>9%</b>, di cui <b>4,8% </b>per <b>effetto performance</b> e <b>4,2% </b>per <b>flusso netto</b>
(vs 1,5% di flusso netto medio delle banche italiane nello stesso periodo). <o:p></o:p></span></div>
Ecohttp://www.blogger.com/profile/06340419278248490798noreply@blogger.com497tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-73304437076936611302015-11-04T15:13:00.002-08:002015-11-04T15:16:12.487-08:00Qwant, il motore di ricerca anti-Google europeo<div style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt;">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Google</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">, si sa, è il </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">padrone </b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">incontrastato del
</span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">mercato UE </b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dei </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">motori </b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">di </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">ricerca </b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">di cui detiene il </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">97%</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">. Tuttavia pare che ci
sia qualcuno che voglia fargli concorrenza e che quel qualcuno sia una società
francese di nome </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://www.qwant.com/" target="_blank">Qwant</a></b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">, beneficiaria pochi giorni fa di niente poco di meno che
di un finanziamento di </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">25 milioni</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> dalla Banca europea degli investimenti (Bei)
nell’ambito del programma comunitario per l’innovazione </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Horizon 2020</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4ItciMcKcilvXLx9grLpEf16ipRDKB9MqZQ9oYoBa9zrshK0M4k6COqYu4Eefob8MXqa119m-HFiqbD7wiXUQTNXotmC55bqqREdk5ag6MV2VrXX1E2cS9bDNeqiPdTAf0msXyq-9V4I/s1600/Qwant.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4ItciMcKcilvXLx9grLpEf16ipRDKB9MqZQ9oYoBa9zrshK0M4k6COqYu4Eefob8MXqa119m-HFiqbD7wiXUQTNXotmC55bqqREdk5ag6MV2VrXX1E2cS9bDNeqiPdTAf0msXyq-9V4I/s320/Qwant.JPG" width="320" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><b>Qwant </b>– il cui nome fonde il concetto di “Quantity of
Information” con quello di “Wanted Information” - è stata <b>fondata</b> nel <b>2011 </b>da
<b>Jean Manuel Rozan</b> e da <b>Eric Leandri</b> con l’obiettivo di introdurre qualcosa di
diverso nel mondo dei motori di ricerca. Due sono i punti cardine di questa
“diversità”: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ol>
<li><span style="font-family: inherit;">un
<b>algoritmo meno invadente</b> di quello di Big G, che rispetti la privacy degli
utenti e che garantisca la neutralità dei risultati</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">un
<b>presentazione innovativa</b> dei <b>contenuti</b>, con una home page che riporti a
sinistra i risultati </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">della ricerca sul web, a destra i link dei social network
e al centro le notizie</span></span></li>
</ol>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Qwant è considerato un </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">progetto franco-tedesco</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> anche perché
il gruppo editoriale </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Alex Springer</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">, che da tempo vuole emanciparsi dalla
dipendenza da Google, vi ha investito più di </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">5 milioni </b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">e ha acquisito una
partecipazione del </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">20%.</b></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;">Si prevede che la società sbarchi a breve (fine marzo 2016)
anche in <b>Italia</b>, dove tenterà di sottoscrivere un ulteriore <b>aumento </b>di
<b>capitale</b>. La proposta di investimento e di partnership industriale è infatti
già al vaglio di grandi operatori del settore delle telecomunicazione nazionali
e del credito, i settori per i quali l’attività di Qwant è più strategica. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;">Tuttavia, nonostante l’attenzione mediatica che si sta registrando in merito a questo progetto, la strada per il successo è ancora
lunga. Come afferma infatti <b>Alessandro Perego</b>, direttore scientifico degli
Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano “<i>Se il posizionamento
politico di questa iniziativa è chiaro non è altrettanto chiaro l'impatto che
avrà sul mercato</i>” e la modalità attraverso cui riuscirà a superare i tre
ostacoli che ha davanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;">Qwant infatti dovrà essere capace di:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ol>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>diffondersi
</b>in un <b>mercato iper concentrato </b>dove Google ha spazzato via la concorrenza di
player di buon livello come Bing (Microsoft) e Yahoo</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>creare</b> un
<b>algoritmo proprietario efficace</b> che permetta di ottenere risultati di qualità e
che tenga conto delle nuove modalità con cui gli utenti accedono alla rete (in
primis da mobile)</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>convincere</b>
gli <b>utenti </b>allo <b>switch </b>verso un <b>nuovo ecosistema</b> che ovviamente dovrà essere in
grado di fornire non solo un motore di ricerca, ma anche una serie di servizi
co</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">mplementari come quelli offerti da Google oggi (e-mail, gestione delle
campagne pubblicitarie,…)</span></span></li>
</ol>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La sfida non è semplice: ce la farà </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Qwant</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> a imporsi come
</span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">anti-Google europeo</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> o ci troveremo dinanzi all’</span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">ennesimo flop</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">?</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</span><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
</div>
Ecohttp://www.blogger.com/profile/06340419278248490798noreply@blogger.com40tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-91921290736553344332015-10-28T08:35:00.000-07:002015-10-28T08:35:00.159-07:00Il Pil in Cina ha battuto le aspettative
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<br />
<div class="MsoNormal">
L’’economia cinese si sta espandendo più velocemente
rispetto alle previsioni degli economisti sul terzo trimestre, permettendo al
premier Li Keqiang di mantenere a portata di mano il target del 2015.</div>
<div class="MsoNormal">
Il Pil si è fermato sotto la soglia del 7%, precisamente a
6,9% nei tre mesi conclusi in settembre, secondo la comunicazione del National
Bureau of Statistics, superando le aspettative degli economisti che prevedevano
6,8%. Il dato segna l’espansione più lenta dal 2009 e non scaccia i timori che
possa trattarsi di una breve stabilizzazione prima di un più ampio decremento
economico e dei mercati finanziari.</div>
<div class="MsoNormal">
La forza nei servizi e nei consumi ha aiutato ad annegare i
deboli dati sulla manifattura e sulle esportazioni, mettendo in luce una
continua trasformazione della seconda più grande economia al mondo. Il ritmo di
crescita del settore dei servizi ha accelerato a 8,4% nei primi 9 mesi
dell’anno, mentre il settore secondario, che include appunto la manifattura, ha
registrato un indebolimento fermando il tasso di espansione al 6%. </div>
<div class="MsoNormal">
“E’ il momento di accettare che l’economia cinese non è
guidata solamennte dai prodotti industriali e da investimenti su tipologie di
asset fissi” ha dichiarato James Laurenceson, futuro direttore del
Australia-China Relations Institute all’università di Sydney.</div>
<div class="MsoNormal">
Il governo ha tagliato i tassi di interesse ben cinque volte
da novembre 2014 e innalzato la spesa pubblica in infrastrutture al fine di
mantenere la crescita in linea con il target del 7% stabilito per l’anno 2015.</div>
<div class="MsoNormal">
I mercati non hanno risposto in modo spumeggiante, bensì lo
Shanghai Composite Index ha chiuso praticamente invariato e il dollaro
australiano si è rafforzato. </div>
<div class="MsoNormal">
L’’output industriale nel mese di settembre è aumentato del
5,7% rispetto all’ultimo anno, comunque inferiore rispetto alle stime degli
economisti che avevano in target il 6%. Le vendite retail sono aumentate del
10,9%, contro una stima del 10,8%. </div>
<div class="MsoNormal">
La Cina ha effetti globali più che mai in questo periodo,
con la Fed e la presidente Yellen che non hanno nascosto perplessità sulla
situazione economica cinese che influisce sulle scelte future della banca
centrale, nello specifico sul tema caldo di alzare o meno il tasso di
interesse. </div>
<div class="MsoNormal">
“L’impressione più ampia è che il rallentamento economico si
sia fermato ma non ci sia ancora stata un’inversione di rotta”, ha dichiarato
Shane Oliver, capo della strategia di investimento presso AMP Capital con base
a Sydney. </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-66423144484469835252015-10-26T08:34:00.000-07:002015-10-26T08:34:06.663-07:00La crisi cinese frena i profitti del lusso
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<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il 2015 si sta rivelando un anno nero per il settore della
moda e del lusso.</div>
<div class="MsoNormal">
Contrariamente a quanto accaduto nel mondo occidentale
durante la crisi economica che ha colpito la nostra economia, dove il settore
sopra citato ha comunque mantenuto indici di crescita positivi nei fatturati
dei vari brand, la crisi che ha colpito quest'anno il gigante asiatico sembra
avere effetti differenti.</div>
<div class="MsoNormal">
In teoria, come spiega uno studio della London School of
Economics, al verificarsi di una crisi economica i settori come quelli del
lusso dovrebbero essere impattati in positivo. Infatti in previsione di una
svalutazione della moneta e di una possibile iperinflazione si cerca sempre “un
riparo” nei in tutto ciò che abbia valore non volatile come i beni di lusso.</div>
<div class="MsoNormal">
Tuttavia la svalutazione dello Yuan ed il rallentamento
della crescita in Cina (ad oggi intorno al 6%) ha portato le grandi griffes a
vedere una contrazione dei loro fatturati nel mercato cinese. </div>
<div class="MsoNormal">
Una recente ricerca<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>di Bain&Company ha sentenziato che un ulteriore rallentamento
dell'economia cinese potrebbe ridurre gli introiti del settore del 30%.</div>
<div class="MsoNormal">
Il crollo della borsa asiatica ha colpito le società
proprietarie di brand di lusso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>facendo
perdere i loro titoli per valori dal 5% al 15% circa (ad esempio LVMH ha perso
il 5% mentre Burberry il 12%).</div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre, ad aggravare la situazione, ci ha pensato il
governo cinese promuovendo una campagna anti corruzione ed introducendo nuove
norme sul controllo della circolazione dei capitali.</div>
<div class="MsoNormal">
In risposta alle nuove dinamiche del mercato i brand di
lusso hanno cominciato a ridurre i canali retail nel paese guidato da Xi
Jinping chiudendo una parte dei loro negozi e spostandoli in altri paesi, dove
vi è un notevole afflusso di turisti cinesi.</div>
<div class="MsoNormal">
Ad esempio LVMH, proprietario del marchio TAG Heuer, ha
chiuso un negozio ad Hong Kong per poi aprirne di nuovi a Tokyo al fine di
seguire i consumatori cinesi nei loro spostamenti.</div>
<div class="MsoNormal">
Hermes, brand francese noto soprattutto per le sue borse, ha
registrato un notevole incremento del suo fatturato in Giappone (circa del
30%).</div>
<div class="MsoNormal">
Da non sottovalutare il potenziale dell'e-commerce, che al
contrario del canale di vendita tradizionale, ha mantenuto valori positivi di
crescita anche in Cina.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-35051560046733624782015-10-22T07:47:00.003-07:002015-10-22T07:47:40.351-07:00Segnali positivi nell’Eurozona: il Quantitative Easing funziona
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-ansi-language: IT;">Il Quantitative Easing,
ossia il programma di massiccio acquisto di titoli per un valore che supera i
mille miliardi di euro da parte della Banca centrale europea, sta iniziando a
dare i suoi frutti e a stimolare le economie dell’Eurozona. Almeno questo è
quello che emerge dal sondaggio reso pubblico ieri dalla BCE che esamina
l’andamento del credito alle imprese e alle famiglie nel terzo trimestre del
2015 tra più di 140 banche europee.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">Secondo
l’istituto centrale europeo, in questo periodo le banche in esame hanno usato
“la liquidità addizionale derivante” dal QE “per erogare credito“.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In questo modo avrebbero allentato la stretta
creditizia sul continente – in particolare al Sud – che ha caratterizzato
questi anni di crisi economica. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">Anche
l’Associazione Bancaria Italiana conferma i dati della BCE evidenziando che nei
primi otto mesi dell’anno in corso, i prestiti alle imprese hanno segnato un
+15,9% rispetto allo stesso periodo del 2014.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">Positivo
anche il segnale sul lato delle famiglie: nei primi otto mesi del 2015, i nuovi
mutui erogati sono stati pari a 28,920 miliardi di euro. Nello stesso periodo
del 2014 erano stati di 15,543 miliardi di euro – per una crescita dell’86,1%.
In questi numeri ci sono anche le surroghe – ovvero il trasferimento di un
mutuo da una banca ad un’altra. La loro incidenza sul totale dei nuovi
finanziamenti è stata pari a circa il 29%. <span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">I dati
resi noti ieri influenzeranno le decisioni che il consiglio dei Governatori
dovrà prendere giovedì: in linea di massima ci si aspetta che Draghi tenga
aperta ancora la possibilità di effettuare modifiche in merito agli acquisti
dei titoli previsti.</span><span style="mso-ansi-language: IT;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">I
benefici apportati all’Eurozona dal programma del Quantitative Easing hanno
avuto e continuano ad avere per il Vecchio Continente un’importanza indubbia:
la politica monetaria della BCE ha immesso liquidità nel sistema economico
europeo, rendendo più facile l’accesso al credito per privati ed imprese.
L’effetto di svalutazione sull’euro ha consentito di dare respiro alle
esportazioni dei Paesi europei con le economie più deboli, fornendo così un
input fondamentale per la ripresa post-crisi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; mso-ansi-language: IT;">Dal lato
tedesco non mancano comunque lamentele: la Bundesbank critica il fatto che il Quantitative
Easing non giovi alle banche tedesche, che si trovano di fronte a una forte
contrazione dei ricavi. Secondo il rapporto trimestrale appena pubblicato «La
liquidità aggiuntiva, usata tra le altre cose per la concessione di prestiti è
dovuta quasi esclusivamente a un aumento dei depositi bancari e, quasi per
nulla, dalla vendita di attivi con valutazioni di mercato da parte delle banche
stesse». </span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com537tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-26791859136033863032015-10-19T08:17:00.002-07:002015-10-19T08:17:50.699-07:00Fed e tassi di interesse: cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
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<br />
<div class="MsoNormal">
I membri del Federal Reserve Board of Governors solitamente
non condividono le differenze di opinioni all’esterno dell’istituzione. Nel
giorno 11 ottobre il vice presidente Stanley Fischer ha dichiarato in
un’intervista a Lima che si aspetta una risalita repentina dei tassi della Fed
nel finale del 2015, confermando dunque quanto dichiarato da Janet Yellen in
settembre. Solo a due giorni di distanza, Lael Brainard e Daniel Tarullo,
entrambi membri del board, hanno indicato come la Fed dovrebbe pazientare ad
intervenire sui tassi poiché non sono ancora presenti chiari segnali di
inflazione. Tale “conflitto” sulle prospettive mostra precisamente il dilemma
che sta affrontando la Yellen: alzare i tassi nel breve termine con il rischio
di soffocare una timida ripresa, oppure attendere fino al prossimo anno rischiando
di veicolare un’inflazione “comandata”.</div>
<div class="MsoNormal">
Il congresso ha dato alla Fed due precisi compiti: mantenere
il tasso di inflazione prevedibile e il tasso di disoccupazione basso. Nel
passato, come la disoccupazione aveva una direzione a ribasso, l’inflazione
prendeva il percorso inverso puntando ad innalzarsi. Dalle stime della Fed, con
un tasso di disoccupazione del 5,2% l’inflazione sembrerebbe essere sul suo
percorso naturale. Doves puntualizza però come tale relazione non è sempre
verificata. Esiste infatti un terzo argomento: la Fed non conosce
approfonditamente come e quanto abbia funzionato l’ultimo programma espansivo
degli ultimi 7 anni. E se questo è il presupposto, immaginiamo quanto complesso
possa essere avere delle previsioni attendibili per i prossimi anni. </div>
<div class="MsoNormal">
La Fed non può dire alle banche quanto e come prestare
risorse. Invece, tale processo è misura di uno strumento che è controllabile:
il tasso di interesse. Dal 2008, la Fed ha mantenuto i tassi di interesse a
breve termine prossimi a zero e abbattuto quelli a lungo termine per effetto
del “quantitative easing”. Questo ha richiesto che la banca centrale comprasse
ingenti quantità di debito governativo americano a lungo termine. Con un tasso
di interesse nel lungo periodo minore, si incoraggia l’acquisto di abitazioni e
i diversi business ad indebitarsi per puntare ad una futura espansione. </div>
<div class="MsoNormal">
Il fatto, registrato in questi anni, è che seppur il tasso
di interesse sia basso, i prestiti non sono aumentati come ci si aspettava. Un
problema di manovra o un problema di misurabilità degli effetti? Alcuni
economisti non nascondono il proprio scetticismo “non siamo convinti che il QE
possa sistemare tutto”, riporta MIchala Marcussen, direttore globale del
dipartimento economico di Societé Generale.</div>
<div class="MsoNormal">
“Noi abbiamo stime veramente ottime di come il quantitaative
easing abbia avuto effetti sui tassi di interesse”, ha dichiarato Amir Sufi, un
professore della University of Chicago Booth School of Business. “Noi non siamo
in grado di tradurre tutto questo negli effetti sull’’economia reale”. Nel suo
ultimo intervento a Basilea, Sufi ha segnalato alle banche centrali come sia
urgente cambiare i modelli di analisi per poter interpretare le manovre di
politica monetaria. </div>
<div class="MsoNormal">
Nel 2012, Ben Bernake, il predecessore della Yellen,
dichiarò agli economisti che le manovre della Fed hanno abbassato i tassi di
interesse a lungo termine e migliorato le condizioni finanziarie. “Ottenere
delle stime precise degli effetti di queste operazioni risulta molto
complesso”. Nella situazione attuale dove la Yellen sta valutando la prossima
mossa, le parole di Bernake risuonano quanto più attuali e vere anche per lei.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-65570276362474184382015-10-18T14:03:00.000-07:002015-10-18T14:03:01.471-07:00Proseguono i negoziati per il TTIP con le proteste sullo sfondo
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<br />
<div class="MsoNormal">
Continua a crescere in Europa la protesta contro il <span style="color: #252525; font-size: 12.0pt;">Transatlantic Trade and Investment
Partnership</span><span style="font-size: 12.0pt;"> </span>per cui sono in corso
round di trattative tra Unione Europea e Stati Uniti.</div>
<div class="MsoNormal">
Per quanto in Italia si parli pochissimo di questo trattato
e sul malcontento della popolazione europea sulle norme che lo disciplinano il
10 Ottobre si è svolta una imponente manifestazione di opposizione al TTIP ed
al CETA (accordo commerciale stipulato tra Unione Europea e Canada) a Berlino. </div>
<div class="MsoNormal">
L'evento è stato decisamente imponente, gli organizzatori
parlano di 250mila presenze. Si pensi che l'ultima manifestazione con un numero
maggiore di partecipanti si svolse il 15 Febbraio 2003, in opposizione alla
partecipazione alla guerra in Iraq.</div>
<div class="MsoNormal">
La larga partecipazione ha coinvolto non solo i sindacati
(tedeschi), ma anche associazioni ambientaliste, gruppi che si occupano di
sviluppo, associazioni di consumatori e produttori di alimentari.</div>
<div class="MsoNormal">
Il timore dei contestatori del Transatlantic Trade and
Investment Partnership e dell'Accordo Commerciale ed Economico Globale è quello
che questi due trattati portino ad un incremento del potere delle aziende
multinazionali a discapito della democrazia.</div>
<div class="MsoNormal">
La Commissione Europea non sembra essere del tutto
indifferente a questa movimentazione, infatti nel round partito il 19 Ottobre
sono stati messi sul tavolo delle trattative degli eventuali vincoli più
stringenti al fine di applicare norme di tutela dell'ambiente e di protezione
sociale in linea con gli standard definiti a livello internazionale. Ad esempio
le linee guida per la protezione dei lavoratori definite dall'Organizzazione
Mondiale del Lavoro (il Congresso statunitense ne ha ratificate solamente due
su su otto).</div>
<div class="MsoNormal">
A questo si aggiunge anche la nuova proposta, già trattata
in questo blog in un articolo precedente, riguardante l'organizzazione e la
selezione dei componenti degli arbitrati che si occuperanno di eventuali
dispute tra aziende private e stati.</div>
<div class="MsoNormal">
Benchè questo accordo sia stato in effetti poco
pubblicizzato (in Italia soprattutto) nonostante il vasto impatto che questo
potrebbe avere nell'economia del vecchio continente, i cittadini europei hanno
deciso di far sentire la loro voce.</div>
<div class="MsoNormal">
Strategia che, considerando le azioni recenti di Bruxelles,
hanno per ora sicuramente portato dei frutti.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-89039139299740302072015-10-14T13:03:00.003-07:002015-10-14T13:03:24.878-07:00La quotazione in Borsa di Poste Italiane
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-bidi-font-family: Arial;">Tra le notizie che
stanno ricevendo più attenzione mediatica in questi giorni spicca quella
relativa alla quotazione in Borsa di Poste Italiane che rappresenta una delle
più grandi pivatizzazioni italiane degli ultimi anni.<strong><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: black; font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-hansi-theme-font: minor-latin; padding: 0cm;"></span></strong></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">L’OPA (offerta pubblica di acquisto) di Poste Italiane,
iniziata il 12 ottobre, porterà sul mercato circa il 38% circa del
capitale attualmente detenuto dal Ministero dell’Economia e consentirà le negoziazioni
del nuovo titolo Poste Italiane a partire da martedì 27 ottobre. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Una parte consistente del gruppo Poste, valutato tra i 7,8 e
i 9,8 miliardi di euro, passerà così dal controllo dello Stato italiano agli
investitori di Piazza Affari. Secondo quanto diffuso dal Ministero del Tesoro,
l’operazione costituisce un cardine fondamentale del programma di
privatizzazioni del Governo volto da una parte a rafforzare la società e
rendere più efficienti i servizi resi ai cittadini, dall’altra a cercare di reperire
risorse per ridurre il debito pubblico, anche se in realtà i 4 miliardi scarsi
che verranno raccolti tramite questa IPO sono veramente un’inezia se
confrontati agli oltre 2000 miliardi di debito pubblico italiano.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Ma vediamo insieme i dettagli dell’offerta.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Verranno collocate un massimo di 453 milioni di azioni
ordinarie suddivise tra investitori istituzionali in Italia e all’estero (circa
il 70%), e la clientela pubblica e i dipendenti del gruppo (circa il 30% del
totale).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">La valorizzazione del capitale sociale cadrà in un range tra
i 7,84 e i 9,8 miliardi di euro con un prezzo che potrà variare tra un minimo
di 6 euro ad azione e un massimo di 7,5 euro.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Agli assegnatari delle azioni che manterranno l’impiego per
un anno spetterà una bonus share, ossia l’assegnazione di un’azione gratuita
ogni 20 azioni assegnate nell’ambito dell’offerta di questi giorni. Anche la
politica dei dividendi sarà particolarmente favorevole, con la distribuzione
dell’80% degli utili netti consolidati al periodo di pertinenza sia per il 2015
che per il 2016.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-family: Arial;">Poste Italiane, campione nazionale con più di 150 anni di
storia alle spalle, con una delle più forti reti di distribuzione a livello
nazionale e con un business molto diversificato che ormai si è spinto ben oltre
rispetto ai tradizionali servizi postali, sembra a prima vista un buon affare,
ma restano comunque alcuni aspetti critici che potrebbero minarne il successo a
Piazza Affari. In primis i rischi connessi alla revisione dell’impianto
regolamentare del Servizio di Posta Universale che potrebbe avere ripercussioni
negative sui risultati operativi e commerciali di Poste Italiane. </span><span style="mso-bidi-font-family: Arial;"></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-43096304002664244452015-10-11T07:44:00.000-07:002015-10-11T07:44:00.042-07:00Volkswagen e la lunga strada da percorrere sul Caso Diesel
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<br />
<div class="MsoNormal">
Il gruppo Volkswagen AG dovrà sostenere ingenti sforzi
economici per gestire il recente scandalo sulle emissioni dei motori diesel,
segnalando che il percorso intrapreso non vedrà la fine almeno entro il 2016. </div>
<div class="MsoNormal">
VW ha presentato una proposta alle autorità tedesche
riguardante la gestione legale dello scandalo in questo primo step,
sottolineando come il coinvolgimento di tecnologie e le differenze dei
regolamenti nei diversi paesi potranno complicare notevolmente il processo di
risoluzione dello scandalo, e l’adeguamento delle emissioni dei veicoli
coinvolti. Questa fase di forte incertezza lascia nell’oscurità circa 11
milioni di proprietari VW nel mondo, circa le riparazioni necessarie dei veicoli
e come queste impatteranno sulle performance e sul valore futuro delle
automobili.</div>
<div class="MsoNormal">
A seguito dell’istallazione del software incriminato che
gestiva i livelli di emissione dei motori utilizzato in America dal 2009, VW affronta
dei costi e una riduzione delle vendite per una ammontare stimato totale di
oltre €35 miliardi, secondo le stime di Warburg Research. Dopo aver
quantificato questi rischi, VW ha interrotto e cancellato i progetti non
essenziali, poiché gli accantonamenti fatti fino ad ora, circa €6.5 miliardi,
non saranno sufficienti per gestire tale scandalo.</div>
<div class="MsoNormal">
VW group ha segnalato ripetutamente che daranno maggiore
importanza a risolvere in modo adeguato e definitivo il problema rispetto alla
velocità che lo scandalo rientri. Inoltre, i vertici di VW hanno specificato
come la questione emissioni coinvolga quattro case automobilistiche e
molteplici modelli in tutto il mondo, incluse circa 8 milioni di vetture
all’interno dell’Unione Europea e 482.000 negli Stati Uniti.</div>
<div class="MsoNormal">
“Dovremo affrontare non tre soluzioni, ma migliaia” ha
dichiarato il CEO Matthias Mueller in un’intervista, facendo riferimento alla
complessità di gestire le differenze sia del mix tecnologico delle vetture sia
delle rispettive leggi e regolamenti nei paesi.</div>
<div class="MsoNormal">
Volkswagen ha comunicato alle autorità tedesche il proprio
piano di gestione, indicando come i richiami delle automobili inizieranno a
gennaio 2016 e proseguiranno fino alla fine dell’anno. Parte delle vetture
probabilmente avrà bisogno solo una nuova programmazione del software che potrà
essere eseguito dai service dei concessionari, mentre alcuni veicoli
necessiteranno di nuovi sistemi di iniezione o una più ampi convertitori
catalitici e, infine, la sostituzione completa della vettura verrà valutata
solo in alcuni casi specifici.</div>
<div class="MsoNormal">
Intanto, sul mercato di capitali il titolo sta oscillando
intorno ai 115€, valore che recupera parte del terreno perso (infatti le azioni
sono arrivate ad un prezzo di circa 100€) ma pur sempre ampiamente sotto i
livelli pre-scandalo.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-56335139297747260272015-10-10T07:43:00.000-07:002015-10-10T07:43:00.408-07:00Twitter ci riprova con "Moments"
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</style>
<br />
Se potessero, quelli di Twitter vi direbbero che il 2015 è stato un “annus
horribilis” e se non dovessero ammetterlo, è solo perché stanno provando in
extremis a raddrizzarlo.<br />
<br />
L’immagine che emerge da una breve cronistoria dell’ultimo anno della casa
californiana è tutto meno che rassicurante: dopo aver preteso la testa dell’ex
CEO Dick Costolo, dimessosi sotto le pressioni degli azionisti il primo luglio
di quest’anno, il board ha richiamato “ad interim” il founder Jack Dorsey, con
l’intenzione di guadagnare tempo nella ricerca di un degno successore per
guidare il social network dei cinguettii fuori dallo stallo dei 300 e poco più
milioni di utenti attivi su base mensile. Il tutto mentre il titolo affondava
in borsa, perdendo fino al 50% se si considerano le ultime 52 settimane.<br />
<br />
Se questo non bastasse a definire lo smarrimento di Twitter, il quadro si
completerebbe guardando al gap sempre più ampio nei confronti del primo
competitor, Facebook, e al sorpasso sugli utenti attivi realizzato da Facebook stesso
a mezzo della sua controllata Instagram, sempre ai danni del canarino azzurro,
ridefinendo le gerarchie dei social network e raddoppiando la propria posizione
ai primi posti delle principali telemetrie digitali.<br />
<br />
Oggi Twitter gioca una delle sue ultime carte e sembra farlo rilanciando con
un “all-in” in pieno stile Texas Hold-Em. Non solo infatti lancia “Moments”,
una trasformazione radicale che dovrebbe ridefenire (o definire?) la posizione
del social network nello spazio competitivo digitale ma lo fa tentando di
costruirgli attorno tutta la solidità e la credibilità necessaria per essere davvero
una mossa di rilievo: nominando Jack Dorsey CEO a tutti gli effetti,
definendolo “il migliore è unico CEO possibile” per Twitter.<br />
<br />
Ma che cos’è “Moments”?<br />
<br />
Non dovevamo certo attendere Twitter per capire che una delle prossime terre
di conquista per i giganti del web è nel mondo dell’informazione online, ovvero
rendere i social l’unico punto di consumo di informazioni sia “private” (dalla rete
di amicizie) che generaliste (dalla rete di contenuti di giornali, blog e media
in genere).<br />
<br />
La prima mossa l’ha fatta anche questa volta Facebook con i suoi “Instant
Articles” e “Signal” (questo disponibile solo in US) e i “Moments” di Twitter
dovrebbero ricalcarne l’idea generale, ovvero offrire all’interno del feed dell’utente
una selezione di notizie legate a svariati argomenti, dall’informazione fino
allo sport e all’intrattenimento. Una sorta di rassegna stampa veloce
sponsorizzata da alcuni media partner di rilievo come, per citarne alcuni, il
Washington Post, il NY Times, Mashable e Vogue. Oggi disponibile solo negli
Stati Uniti dovrebbe essere rilasciato a breve anche nel resto del mondo.<br />
<br />
Sarà questa la direzione giusta per il canarino smarrito?<br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-81379242261681305732015-10-09T02:36:00.000-07:002015-10-09T02:36:09.878-07:00In attesa del TTIP ecco il TPP
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<br />
<div class="MsoNormal">
Mentre il TTIP, nel mezzo delle negoziazioni tra USA e
Unione Europea, procede a velocità decisamente ridotta ecco che 12 paesi che si
affacciano sull'Oceano Pacifico trovano l'accordo per un trattato di libero
scambio tra i più grandi al mondo.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Al termine di nove giorni di trattative ecco che il cinque
Ottobre 2015 Stati Uniti, Canada, Perù, Australia, Cile, Brunei, Giappone,
Malesia, Messico, Singapore,Nuova Zelanda e Vietnam hanno creato<span style="font-size: 12.0pt;"> il Partenariato Trans-Pacifico, anche se<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non ancora firmato e ratificato. Questo, per
gli Stati Uniti, rappresenta il più importante accordo commerciale dai tempi
del NAFTA.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">In sostanza il TPP è un
accordo di libero scambio che prevede l'eliminazione e la riduzione di tasse
legate alla commercializzazione di prodotti facenti parte delle più varie
categorie. Infatti questo agreement coinvolge, ad esempio, il settore
automobilistico, cinematografico, alimentare e anche farmaceutico. In
particolare questo ultimo è stato oggetto di intense trattative, soprattutto
riguardo le tempistiche legate al loro brevetto. Inizialmente i negoziati,
partiti nel 2005 avevano come obiettivo di chiusura nel 2012, tempistica che
proprio grazie ai disaccordi sulla gestione della proprietà intellettuale non
sono stati rispettati.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">I paesi coinvolti, come nella
maggior parte dei casi di accordi di questo tipo, sostengono che grazie
all'intesa raggiunta aumenterà sia il lavoro che la ricchezza di tutta la loro
area, che già rappresenta circa il 40% della produzione economica mondiale.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">L'accordo raggiunto tra
questi 12 paesi (che dopo aver firmato devono fare ratificare il trattato dai
rispettivi parlamenti) ha una importante valenza non solo economica, ma anche
politica.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Infatti uno degli effetti
immediati è quello di minare l'influenza della Cina nella zona del Pacifico, si
pensi che già Corea del Sud, Filippine e Taiwan hanno già manifestato interesse
in tempi non sospetti (si parla del 2013).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Allo stesso modo questo
accordo è un chiaro messaggio anche per gli altri paesi BRICS, che negli ultimi
tempi stanno vivendo un periodo di stallo sia nelle riforme che nella crescita
economica.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-21662695149380803372015-10-07T13:45:00.000-07:002015-10-07T13:45:01.176-07:00Data privacy: Ue blocca l’accordo con gli Usa sullo scambio di dati
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<br />
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Si ritorna a parlare di privacy su internet e di sicurezza sul trattamento
dei dati con la Corte UE che proprio in questi giorni si è pronunciata su Safe
Harbour, l'intesa tra USA e Europa che da 15 anni regolamenta il trasferimento
dei dati tra i due continenti, definendola illegale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt;">
<span style="background: white; font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 13.5pt; mso-hansi-theme-font: major-latin;">La direttiva europea sulla
protezione dei dati proibisce infatti che si spostino dati personali di europei
fuori dall’Europa qualora vengano a mancare adeguate protezioni della privacy.
Tuttavia dal 1998 gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno siglato un accordo (il
cosiddetto Safe Harbour) che consente alle aziende americane che lo
sottoscrivono – ben più 4mila - di trasferire dati dall’Europa all’America fin
tanto che rispettino una serie di principi. Per anni dunque si è dato per
scontato che questa autocertificazione delle aziende americane bastasse a
garantire il diritto alla privacy dei cittadini europei. </span><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br />
Ma oggi cambia la musica. In virtú della sentenza emessa dalla Corte UE, i
cittadini europei potranno chiedere di vietare a Facebook, Google e ad altri
colossi del web di conservare negli Stati Uniti i dati dei propri iscritti.
Questa presa di posizione rovescia una decisione del 2000 della Commissione
europea che riteneva adeguato il livello di protezione dei dati offerto dagli
americani e consentiva il trasferimento oltreoceano di informazioni relative ai
cittadini europei.</span><span style="background: white; font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-size: 13.5pt; mso-hansi-theme-font: major-latin;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br />
Iniziano a tremare quindi i grossi player del web che finora hanno sfruttato la
disciplina per trasferire dati a carattere personale di origine europea negli
Stati Uniti al posto di conformarsi alle più vigorose normative comunitarie in
materia di privacy.<br style="mso-special-character: line-break;" />
<br style="mso-special-character: line-break;" />
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Il processo che ha portato a questa decisione è iniziato nel 2011 quando Max
Schrems, uno studente austriaco di giurisprudenza, dopo lo scandalo del
programma di sorveglianza americano svelato da Edward Snowden, ha avviato una
battaglia contro Facebook Irlanda sostenendo che</span><span style="background: white; font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: major-latin;">
come utente Facebook i suoi diritti erano stati violati dai programmi
americani. Vistosi ignorato dall’authority irlandese per la protezione dei
dati, Schrems ha portato il caso davanti a una corte irlandese fin poi ad
approdare alla Corte europea di giustizia che ha infine accolto la sua
richiesta.</span><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 11.5pt; mso-ansi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><br />
</span><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Segoe UI"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Ma cosa
succederà adesso in concreto?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Segoe UI"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Le autorità nazionali avranno più potere per garantire un’adeguata
protezione della privacy. Da domani chiunque potrà presentare delle
segnalazioni come quelle di Schrems e verificare con le autorità la sicurezza
del trasferimento dei propri dati all’estero. Se la gestione verrà giudicata
non adeguata il trasferimento dati potrà essere bloccato. Questo potrebbe
portare a una crescente localizzazione dei dati di cittadini europei all’interno
dell’Unione europea e un cambiamento dei modelli aziendali di gestione dei
dati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Segoe UI"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Come evidenzia il quotidiano La Stampa, tuttavia potrebbero verificarsi
anche alcuni escamotage: ad esempio le aziende potrebbero modificare i
contratti con gli utenti europei, chiedendo il loro consenso per trattare i
dati all’estero.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Segoe UI"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Staremo a vedere come reagiranno i grandi colossi del web e quali strategie
utilizzeranno per continuare ad utilizzare i nostri dati, nonostante i vincoli
legislativi.<span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span><span style="mso-ansi-language: IT;"></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-81476217544153504072015-10-04T13:22:00.000-07:002015-10-04T13:22:34.726-07:00TTIP si cerca un accordo sulla regolamentazione delle dispute stati imprese
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">In accordo con gli impegni assunti nell'ultimo round delle
negoziazioni del tanto discusso TTIP (Transatlantic Trade and Investment
Partnership) con gli Stati Uniti, la Commissione Europea ha preparato una
proposta per la regolamentazione di un sistema di giustizia dedicato alle
dispute tra Stati ed investitori.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">Questo tema è attualmente uno dei più spinosi e più soggetti
a discussioni tra la federazione guidata da Obama e l'Unione Europea.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">La commissaria al commercio Cecilia Malstroem ha
recentemente assicurato la struttura di questa nuova Corte per le dispute
commerciali tra investitori e Stati non limiterà in alcun modo il diritto di
ogni stato di regolare le opere pubbliche.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">La Malstroem sostiene inoltre che gli accordi commerciali
tra l'Unione e gli Stati Uniti non potranno impedire alla prima di mantenere le
regole sugli aiuti di stato, così che gli Stati non diventino soggetti a forme
di ricatto da parte delle multinazionali.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">Per meglio comprendere la delicatezza della questione ed i
possibili impatti nella situazione non vi sia una adeguata protezione per gli
stati sovrani si può prendere come esempio il caso della Vattenfall.<span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span>Nel 2011, a seguito della
tragedia nucleare di Fukushima in Giappone, la Germania ha deciso di
abbandonare il nucleare facendo chiudere le due centrali <span style="color: black;">di Brunsbüttel e Krümmel</span> gestite dall'azienda
svedese. A seguito del provvedimento tedesco la Vattenfall si è rivolta
all'arbitrato internazionale della Banca Mondiale avanzando la richiesta di
risarcimento dal valore di 4,7 miliardi di euro.</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;">La nuova proposta, qualora approvata da Parlamento Europeo,
dai governi dei paesi UE ed in seguito dagli USA, andrebbe a sostituire la
prima proposta che prevede la creazione di commissioni Ad Hoc con arbitri
privati (<span>Investor-state
dispute settlement).</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span>La
commissione prevede quindi la creazione di una Corte di Giustizia composta da
un tribunale di prima istanza con quindici giudici nominati pubblicamente ed un
tribunale di appello composto da sei giudici. </span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span>I
quindici membri giudicanti verrebbero nominati congiuntamente da Unione Europea
e Stati Uniti e dovrebbero essere così suddivisi: cinque giudici europei,
cinque americani e cinque da paesi terzi.</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span>Allo
stesso modo sarebbero suddivisi anche i sei giudici di appello: due europei,
due statunitensi e due da paesi terzi.</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span>Nonostante
di primo impatto la scelta di suddividere in questo modo la nazionalità (e
quindi un ipotetico favoritismo territoriale) possa essere considerato equo,
bisogna vedere che ruolo potrebbero avere le influenze politiche dei paesi
coinvolti in eventuali dispute.</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-21120536626430891312015-09-11T09:06:00.000-07:002015-09-11T09:06:00.307-07:00Disoccupazione in Europa al minimo da tre anni
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<br />
<div class="MsoNormal">
Il tasso di disoccupazione è diminuito fino ai livelli
minimi degli ultimi tre anni, arrivando al 10,9% nel mese di luglio, fornendo
dati incoraggianti per gli stati, come l’Italia, colpiti duramente dalla crisi
economica dell’eurozona.</div>
<div class="MsoNormal">
La contrazione del tasso di disoccupazione, misurata in
213.000 posti di lavoro, porta l’indice ai valori più bassi dal mese di
febbraio 2012. Attualmente nell’eurozona circa 17.5 milioni di persone
rimangono senza il posto di lavoro.</div>
<div class="MsoNormal">
In Spagna il tasso di disoccupati è sceso dal 24,3% al 22%.
Grecia, Portogallo e Irlanda, tutti stati che hanno ricevuto aiuti economici,
hanno diminuito il tasso di circa due punti percentuali, arrivando
rispettivamente a 25%, 12,1% e 9,5%.</div>
<div class="MsoNormal">
In Italia, grande protagonista in questa statistica, il
tasso è crollato al 12% nel mese di luglio, valore minimo da più di due anni,
dato che ha acceso i riflettori su Matteo Renzi che ha comunicato l’andamento
attraverso un video messaggio.</div>
<div class="MsoNormal">
“Questi non sono solo numeri, queste sono donne del
meridione che hanno trovato un’occupazione, questi sono 50enni che hanno
nuovamente una possibilità”, ha dichiarato il premier italiano. “Questo è uno
paese pronto ad una nuova partenza”.</div>
<div class="MsoNormal">
Il declino del tasso di disoccupazione in Italia è stato
inaspettato perché arrivato dopo due mesi consecutivi di incremento. Il tasso
di disoccupazione giovanile è diminuito nel mese di luglio a 40,5%, che è
anch’esso il valore più basso degli ultimi due anni, partendo dal 43% di
giugno. Tali dati riescono a rinforzare la confidenza nella solidità del
recupero economico del paese, che è iniziato timidamente all’inizio del 2015
dopo aver visto 3 anni di stagnazione e recessione. Sempre in Italia, sono
stati riviste a rialzo le previsioni del PIL per la seconda parte dell’anno.</div>
<div class="MsoNormal">
L’apparente stato di salute del mercato del lavoro italiano
è stato uno dei principali aspetti di preoccupazione del governo italiano ed
europeo. I disoccupati hanno raggiunto il livello massimo in chiusura del 2014
al 13% e seppur i buoni risultati di luglio sulle soglie del 12% i livelli
restano di molto sopra i valori pre crisi, che vedeva il tasso a circa il 6%.</div>
<div class="MsoNormal">
I recenti dati dei mesi di giugno e luglio, intrecciati con
le previsioni positive del PIL, potranno incoraggiare le società ad aumentare
le assunzioni. Il numero di lavoratori italiani è cresciuto di 235.000 tra
luglio 2014 e luglio 2015, e di 44.000 tra giugno e luglio di quest’anno.</div>
<div class="MsoNormal">
Ciononostante il fondo monetario internazionale ha
comunicato che in assenza di una “accelerazione significativa” della crescita
economica in Italia, potrebbe essere necessario fino a 20 anni perché il tasso
di disoccupazione possa rientrare sotto i livelli pre crisi. </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-24102717691548994112015-09-10T09:05:00.000-07:002015-09-10T09:05:00.114-07:00Il rublo e il petrolio a braccetto
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<br />
<div class="MsoNormal">
La moneta russa sta tracciando il prezzo del petrolio con
una correlazione vicina ai massimi di sempre, dopo che il rublo ha inanellato
il quarto mese di perdite spingendolo verso record negativi.</div>
<div class="MsoNormal">
Più in dettaglio, il rublo si è indebolito del 8,1% in
agosto così come il prezzo del Brent, utilizzato in larga parte per prezzare le
esportazioni della Russia, è diminuito del 6,4%. Questi trend hanno spinto
l’indice di correlazione a 30 giorni tra rublo e petrolio a 0,82, il livello
più alto registrato da Moscow Exchange dal 2003. Leggendo il valore come 1
significherebbe che la moneta e il greggio si muoverebbero in perfetta
correlazione.</div>
<div class="MsoNormal">
Da quando il governo ha deciso di abbandonare il regime
controllato della moneta nel novembre scorso, il più grande esportatore di
energia al mondo ha permesso che il rublo potesse essere commerciato più o meno
liberamente. Il più ampio vantaggio per la Russia di un indebolimento della
propria moneta è quello di favorire le esportazioni e di contenere il declino
delle vendite di petrolio e gas, che incidono per circa il 50% delle entrate
pubbliche. Questo andamento dunque alleggerisce il crollo del petrolio che
altrimenti avrebbe provocato ferite davvero profonde nei bilanci pubblici,
provocando recessione e deficit nel budget. </div>
<div class="MsoNormal">
La moneta rimarrà probabilmente ancorata all’andamento del
petrolio, che è “il maggior driver” secondo Dmitry Polevoy, economista per la
Russia presso ING Groep NV a Mosca, il quale proietta il rublo in ulteriore
sofferenza sulla base dei rischi derivanti dai movimenti della Federal Reserve
sui tassi d’interesse e dagli andamenti economici della Cina. </div>
<div class="MsoNormal">
Il petrolio Brent ha registrato una delle peggiori mensilità
di sempre durante agosto, e i produttori sembrano non voler arrestare i livelli
di greggio immessi sui mercati facendo persistere dunque l’eccesso di offerta
rispetto alla domanda mondiale. </div>
<div class="MsoNormal">
Lo scenario del greggio pesa inesorabilmente su tutti gli
asset russi, come ad esempio sui bond in moneta locale che hanno perso 9,6%
nell’ultimo mese. Il governo russo sembra iniziare ad essere scomodo con
l’andamento della moneta interna, e la banca centrale ha bloccato gli acquisti
di moneta straniera dopo averli introdotti a metà maggio quando il rublo si
rafforzò toccando il picco del 2015.</div>
<div class="MsoNormal">
Il deprezzamento mensile del rublo è stato sorpassato
solamente dalla moneta della Malesia ringgit tra 24 mercati in via di sviluppo
dopo che il crollo della moneta cinese yuan ha mandato scossoni al mercato
globale e che gli investitori attendono il primo incremento dei tassi di
interesse in America dal 2006.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-32203819545393353232015-09-09T09:04:00.000-07:002015-09-09T09:04:00.437-07:00Il terremoto dei mercati in Cina fa tremare l’Europa
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<br />
<div class="MsoNormal">
Il peggior mese degli ultimi quattro anni per i mercati
azionari europei ha infine creato una profonda ammaccatura nel livello di
confidenza degli investitori.</div>
<div class="MsoNormal">
I caldi spiriti dei Trader, che avevano visto le proprie
aspettative lievitare sulla base delle proiezioni dei profitti trimestrali e
delle promesse di stimoli della banca centrale, si sono raffreddati negli
ultimi giorni, rastrellando liquidità dai fondi della zona euro per la prima
volta in oltre 15 settimane. </div>
<div class="MsoNormal">
“Quando monetizzi i profitti lo fai dove i profitti sono
stati fatti”, ha dichiarato Romain Pasche, direttore degli investimenti di EFG
Bank a Ginevra. “E quest’anno gli investitori hanno fatto i profitti in
Europa”.</div>
<div class="MsoNormal">
L’indice Euro Stoxx 50 ha scalato fino ad arrivare a 22%
durante l’ultimo anno prima di andare in stallo. Dopodiché è arrivato agosto,
che ha preso una strada verticale verso il ribasso bruciando qualcosa come $8.4
Tn di valore azionario. Anche l’ottimismo per gli stimoli della banca centrale
europea non è stato sufficiente per mantenere il livello dei titoli raggiunto
in primavera. Il gruppo svizzero Credit Suisse ha tagliato il proprio target di
fine anno per l’indice Euro Stoxx 50 del 10%, e Goldman Sachs ha ridotto drasticamente
la propria quota allocata nell’azionario europeo.</div>
<div class="MsoNormal">
Agosto è stato il mese dove la volatilità ha raggiunto i
livelli che non si vedevano dal 2008. Il prezzo delle opzioni di vendita
dell’indice Euro Stoxx 50 è balzato di oltre il 50% dal 20 agosto, rispetto a
quello delle opzioni di acquisto. Circa 8 su 10 dei contratti più posseduti
dagli investitori sono “bearish”.</div>
<div class="MsoNormal">
Gli investitori hanno prelevato $3.6 Bn dai mercati azionari
europei solo nella settimana terminata il 26 agosto, secondo quanto riportato
da una nota emessa dal gruppo Bank of America. Questo rappresenta il più grande
flusso di moneta in uscita da ottobre 2014.</div>
<div class="MsoNormal">
La contrazione di agosto ha quasi completamente vaporizzato
i margini positivi realizzati nell’anno, con l’indice tedesco Dax tra i più
scottati, poiché sono aumentate le preoccupazioni circa le esportazioni che
saranno colpite dalla svalutazione della moneta cinese. L’euro, il cui crollo
di inizio 2015 ha contribuito alla crescita dell’azionariato, ha ripreso
terreno dato anche grazie al “Carry Trade” realizzato sulla moneta dagli
investitori. </div>
<div class="MsoNormal">
Rispetto al mercato americano, l’equity europeo risulta più
attraente. L’indice VStoxx, che traccia le aspettative delle oscillazioni
dell’Euro Stoxx 50, è vicino ai livelli più bassi visti nel 2012. Questo è
dovuto parzialmente al fatto che la Federal Reserve si sta preparando ad
innalzare i tassi d’interesse. </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-76713591992548434692015-09-08T09:04:00.000-07:002015-09-08T09:04:10.503-07:00Il governo Obama aumenta il salario minimo: il rovescio della medaglia
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<br />
<div class="MsoNormal">
Le proteste dei dipendenti dei fast food che hanno
caratterizzato la primavera statunitense hanno spinto il governo americano ad
approvare un pacchetto di riforme che prevede l'aumento del salario minimo per
i lavoratori del settore da 7,25 a 15 dollari l'ora in tre anni, entro il 2018.</div>
<div class="MsoNormal">
Questo movimento, nato a New York nel 2012 è infine riuscito
ad ottenere ciò che chiedeva grazie ad un numero sempre crescente di adesioni
riuscendo quindi a porre la questione fino agli uffici di Washington.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Gli analisti prevedono che il raddoppio del salario minimo
permetterà a 140.000 persone di uscire da situazioni di indigenza contribuendo
a stimolare i consumi interni.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Senza mettere in dubbio la bontà della mossa di Obama vanno
considerati anche gli effetti indesiderati conseguenti al cambiamento del
salario minimo.</div>
<div class="MsoNormal">
Bisogna considerare che nel mondo della ristorazione il
costo del personale compone circa il 30% dei costi totali supportati ed un incremento
del primo produce inequivocabilmente delle scosse che impattano anche la
strategia stessa dei datori di lavoro.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Infatti molte compagnie di ristorazione sono al lavoro per
ridurre i costi legati agli stipendi del personale cercando di ridurre il numero
di lavoratori in un modo molto semplice: introducendo l'utilizzo dei robot al
posto dei dipendenti.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In questo modo le aziende di ristorazione, che impiegano 2.4
milioni di camerieri, quasi tre milioni di cuochi ed oltre tre milioni di
cassieri potranno ridurre in modo considerevole i costi sostenuti.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Questa iniziativa avrebbe un effetto sociale opposto
all'obiettivo prefissato dall'azione di aumento del salario minimo in quantro
contribuirebbe all'aumento della disoccupazione (peraltro nella fascia più
debole della popolazione americana).</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ma non tutti sono così convinti di questa strategia.
Infatti, come scrive il Washington Post l'introduzione massiva di robot nei
punti vendita implicherebbe una notevole quantità di investimenti che in caso
di impatto negativo negli affari metterebbero in crisi anche colossi della
ristorazione fast food.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre, specialmente negli Stati Uniti, la presenza dei
dipendenti nel ristorante è considerata un vantaggio concorrenziale, visto che
molte persone scelgono i fast food non solo per questioni economiche, ma anche
per la possibilità di interazione umana.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il settore della ristorazione in America subirà quindi una
importante ristrutturazione grazie all'introduzione delle riforme volte ad
aumentare il salario minimo e solo il tempo saèrà dirci se Obama ed il suo
governo si sono mossi nella corretta direzione anche in funzione della riposta
dei datori di lavoro.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-14544164522515113732015-07-20T09:55:00.002-07:002015-07-20T09:55:40.692-07:00La democrazia può essere considerata driver di crescita?
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<br />
<div class="MsoNormal">
Oggi sono stato colpito da un articolo pubblicato dal
settimanale Internazionale che riprende il testo pubblicato dal The Economist
intitolato “Democrazia e crescita vanno d’accordo”.</div>
<div class="MsoNormal">
Il dibattito sulla correlazione tra democrazia e crescita ha
sempre appassionato gli economisti di tutto il mondo vedendoli schierati in
opposte linee di pensiero.</div>
<div class="MsoNormal">
Uno studio svolto nel 2008 di Acemoglu ha dimostrato come i
paesi che sono caratterizzati da un livello di libertà più elevato (secondo le
pubblicazioni di Freedom House) mostrano valori di crescita del pil pro capite
maggiore di circa quattro volte rispetto ai paesi “parzialmente liberi” e “non
liberi”. Allo stesso modo, considerando il grado di libertà politica, lo
studioso ha rilevato che i paesi con un più alto indice hanno avuto un aumento
di pil pro capite del 20% circa in 25 anni. Questo, sempre secondo Acemoglu,
perché questi paesi hanno sperimentato minori tensioni sociali.</div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre un sistema poco democratico danneggia l’economia del
paese a causa della mancata spinta concorrenziale in quanto spesso le aziende
“amiche” del governo godono di vantaggi che eliminano possibili competitor
limitando l’economia di mercato.</div>
<div class="MsoNormal">
Risultati che differiscono da quanto sperimentato in uno
studio del 1994 di Torsten Persson (professore all’università di Stoccolma) e
Guido Tabellini (che all’epoca insegnava a Brescia) che li porto a sancire che
la democrazia non era un elemento in grado di aumentare i processi di crescita.
Infatti i politici, assetati di voti, destinano risorse a soddisfare il proprio
elettorato implicando spesso una allocazione di queste in modo tutt’altro che
efficiente.</div>
<div class="MsoNormal">
I detrattori del concetto democrazia=crescita utilizzano
come argomentazione il caso cinese. La Cina negli ultimi dieci anni ha mostrato
un tasso di crescita medio del 10% con il suo governo monopartitico.</div>
<div class="MsoNormal">
Allo stesso modo in Corea del Sud, che ha conosciuto un
sostenuto processo di democraticizzazione ha avuto, nello stesso periodo, un tasso
di crescita medio del 6%.</div>
<div class="MsoNormal">
Personalmente credo che in realtà non sia la democrazia o la
libertà a sancire il successo economico di un paese per quanto il potere al
popolo sia auspicabile in ogni paese del mondo.</div>
<div class="MsoNormal">
A mio parere, alla luce dei diversi risultati, è la
stabilità politica a permettere ad un paese di sfruttare al meglio le proprie
risorse e definire un processo di crescita sostenibile nel medio lungo periodo.</div>
<div class="MsoNormal">
Cosa che hanno in comune sia Cina che Corea del Sud.</div>
<div class="MsoNormal">
E’ quindi la qualità del progetto economico a definire un
processo duraturo di crescita, indistintamente dal tipo di struttura politica,
sia questa dittatoriale piuttosto che democratica.</div>
<div class="MsoNormal">
Solo un governo stabile può implementare progetti ed opere
in grado di portare la propria nazione ad ottenere risultati economici
positivi.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-13514641172611801462015-07-19T09:27:00.004-07:002015-07-19T09:27:52.534-07:00Cina: l’incubo non è finito
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<div class="MsoNormal">
La pericoloso sentiero preso dal mercato azionario cinese
sembra essere più lungo di quanto ci si aspettasse. Si tratta di un vero e
proprio incubo, che diventa settimana dopo settimana sempre più pericoloso. Il
mercato sta crollando da giungo ad un ritmo impressionante, e le manovre di
Pechino non sembrano aver effetto. </div>
<div class="MsoNormal">
In termini di valutazione, una correzione di circa il 30%
del mercato non è sufficiente a giustificare l’andamento da ottobre a giugno
dei migliori titoli azionari che hanno raddoppiato il proprio valore.
Soprattutto se si considera il contesto economico esterno ai mercati
finanziari, anch’esso in un momento di flessione che preoccupa gli investitori
stranieri.</div>
<div class="MsoNormal">
E’ molto importante valutare anche le misure amministrative
messe in atto da Pechino per dare benzina ai mercati nel breve termine, poiché
tali manovre potranno modificare la traiettoria naturale dei prezzi azionari
nel lungo periodo, fattore non digerito da chi cerca di coltivare un sano
mercato azionario ‘ove investire.</div>
<div class="MsoNormal">
Molte scommesse a ribasso sono state piazzate da molte
banche d’affari, tra le maggiori per dimensione al mondo.</div>
<div class="MsoNormal">
In una nota emessa mercoledì, Junheng Li ha prospettato che
l’indice azionario Shagnhai Composite potrà tornare ai livelli pre-rally ad una
soglia tra 2.000 e 2.500 nei prossimi 12 mesi. La notizia ha trovato conferma
da AXA Investment Managers, i quali hanno indicato come il mercato azionario
cinese potrà crollare di un ulteriore 20% rispetto ai livelli attuali. Questo
significa un crollo di oltre il 50% in circa un anno.</div>
<div class="MsoNormal">
Manovre come quella di sospendere gli scambi di ampi lotti
di azioni avranno un effetto estremamente distorsivo dei prezzi, e l’impatto
sulle decisioni delle istituzioni finanziarie potrebbe far perdere
ulteriormente l’appetito verso un mercato così regolamentato.</div>
<div class="MsoNormal">
In due parole, quello che bisogna evitare è di colpire in
negativo il “market sentiment”. Da un lato ci sono riforme che possono attrarre
investimenti esteri, dall’altro lato ci sono manovre che possono minare
l’attrattività nel lungo termine, così come la liberalizzazione dei capitali e
l’internazionalizzazione dello Yuan.</div>
<div class="MsoNormal">
Il costo nel medio termine di avere un ciclo (forzato dalle
autorità) così ravvicinato di rally e declino del mercato azionario viene
stimato in una soglia tra 0,2% e 0,4% della crescita economica cinese nei
prossimi sei mesi, secondo AXA. Tale effetto di enormi dimensioni è quello che
tiene bloccate le amministrazioni cinesi nell’intervenire sui mercati,
lasciando dunque che si possa manifestare un ulteriore declino.</div>
<div class="MsoNormal">
Eric Chaney, economista di AXA, ha dichiarato come
un’ulteriore correzione di circa il 20% è un’ipotesi molto ragionevole, seppur
non rappresenta lo scenario peggiore. Basti pensare al passato, dove nella più
grande dinamica di bolla-e-crisi dello Shanghai Composite portò il benchmark a
+225% tra giugno 2006 e dicembre 2007, seguito da un crollo del 65% nell’anno
successivo. In confronto, l’incremento costante degli ultimi 20 mesi, che si è
concluso a giugno 2015, ha portato un modesto +105%.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-90787530383317397322015-07-18T11:47:00.000-07:002015-07-18T11:47:04.239-07:00Google: sempre più BigG
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<br />
<div class="MsoNormal">
In un momento finanziario quanto più tormentato da
incertezze politiche ed economiche, vedi caso Grecia e il declino della Cina
per citarne alcune, c’è che riesce a disintegrare record su record. Un nome
dovremo tenere in mente nei prossimi anni, più di tanti altri, quello di
Google.</div>
<div class="MsoNormal">
BigG ha pubblicato le trimestrali sorprendendo in positivo
gli analisti di tutte le più grandi banche d’affari. Il risultato? Il prezzo ha
sfondato il muro dei 700$ per azione, c’è stata la migliore performance
intraday, si è registrato il terzo balzo verso l’alto più alto in assoluto
nella storia di Google e, se non bastasse, il gruppo ha visto lievitare la
propria capitalizzazione di circa 67 miliardi di dollari in un solo giorno. Per
intenderci, l’intera società Ford ha un valore complessivo di circa 58 miliardi
di dollari. Google frantuma in questo modo i record detenuti da Apple e Cisco,
che fecero un balzo di capitalizzazione di 46 e 66 miliardi di dollari
rispettivamente.</div>
<div class="MsoNormal">
Il party sembra poter durare ancora a lungo, come riporta la
testata <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-18/google-record-tocca-700-dollari-ad-azione-e-aumenta-suo-valore-65-miliardi-un-solo-giorno-093735.shtml?uuid=ACmhTkT">il
Sole 24Ore</a>: “lunedì Google ritornerà alle contrattazioni con un valore di
mercato pari a circa 478 miliardi di dollari. Ma secondo JP Morgan, Bernstein
Research, Nomura, Jefferies e Evercore - il cui target price è stato alzato a
800 dollari - quella cifra può arrivare fino a 547 miliardi facendo di Google
la seconda azienda dopo Apple ad avere superato i 500 miliardi di
capitalizzazione (il produttore dell'iPhone sta a 740 miliardi). E c'è chi
crede, come Colin Gillis di BGC Partners, che l'azienda sia quella meglio
posizionata per raggiungere una valutazione da 1.000 miliardi di dollari”.</div>
<div class="MsoNormal">
Il tema del recente andamento di BigG non è solamente
limitato ai numeri presentati nell’ultima trimestrale, ma riguarda anche il
fatto che l’ultimo bilancio è stato il primo ad andare oltre le aspettative
dopo 6 ben trimestri.</div>
<div class="MsoNormal">
Un ruolo chiave che ha attratto la fiducia degli investitori
verso Google è rappresentato dal nuovo direttore finanziario Ruth Porat,
profilo cresciuto e consolidato a Wall Street. “La top manager eserciterà un
controllo dei costi tanto desiderato da un mercato timoroso di un aumento degli
investimenti al di fuori del business della ricerca online (si pensi ai Google
Glass e alle Google Car). Un timore di cui l'amministratore delegato e
co-fondatore di Google, Larry Page, è consapevole visto che lo scorso marzo,
quando annunciò la nomina di Porat, si rivolse proprio agli investitori
dicendosi impaziente di imparare da Ruth mentre continuiamo a innovare [le
nostre attività] core - dalla ricerca e pubblicità ad Android, Chrome e YouTube
- e allo stesso tempo investiamo in modo disciplinato e calibrato nella nostra
generazione futura di grandi scommesse”.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-22335603731951484952015-07-17T10:17:00.001-07:002015-07-17T10:17:30.251-07:00Lo storico accordo con l'Iran
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<br />
<div class="MsoNormal">
Mentre il mondo è distratto dall’infinita saga greca, e
dall’epico andamento della borsa cinese, qualcosa di veramente importante sta
andando in onda. </div>
<div class="MsoNormal">
Riassumiamo in tre parole: Iran e petrolio</div>
<div class="MsoNormal">
I negoziati hanno portato ad un accordo con l’Iran che
ridimensiona il programma di armamenti nucleari. Nonostante grandissimo
scetticismo e perplessità sul possibile risultato delle trattative, l’accordo è
stato raggiunto.</div>
<div class="MsoNormal">
Non lasciate che il mercato finanziario cinese e il dramma
del debito sovrano greco vi distraggano da questo tema di rilevanza mondiale,
poiché ora che l’accordo è arrivato, le ripercussioni economiche e politiche
saranno potenzialmente enormi.</div>
<div class="MsoNormal">
L’accordo fa cessare 13 anni di sanzioni contro l’Iran
causate dall’aspirazione verso l’armamento nucleare, e questo piazza la prima
vera pietra miliare dei risultati ottenuti dalle politiche estere del governo
Obama. L’Iran aveva opportunisticamente sfruttato il periodo post 9/11 per
accelerare il proprio programma, dopo che il maggior nemico “regionale”, Saddam
Hussein, è stato eliminato dall’invasione militare degli Stati Uniti.</div>
<div class="MsoNormal">
La normalizzazione delle relazioni tra due delle più ampie
potenze militari nel medio oriente e la nazione d’eccellenza dell’ovest è un
evento che cambia le regole del gioco per il futuro. L’Iran è in profonda
trasformazione interna, e la popolazione chiede sempre più di aver accesso agli
stili di vita occidentali e, più di tutto, ad essere collegati con Internet.
Questo sembra potersi realizzare quanto più velocemente dopo l’accordo
raggiunto.</div>
<div class="MsoNormal">
Cosa è ancor più affascinante è il ruolo avuto dalla Cina e
dalla Russia.</div>
<div class="MsoNormal">
La Cina ha l’obiettivo ampio di diminuire la presenza
militare americana nel mondo e, più di tutto, una riduzione delle tensioni
geopolitiche nel medio oriente che hanno l’effetto di tenere i prezzi del
petrolio alti.</div>
<div class="MsoNormal">
La Russia ha degli interessi più complessi, poiché
storicamente trae beneficio dei prezzi del petrolio alti. Gettando l’enorme
quantità di petrolio iraniano nel mercato, l’effetto sul mercato sarà
significativamente in una sola direzione, e sommato alle speculazioni, il
prezzo del greggio sembra destinato a toccare nuovi record minimi. Questo,
sommato alle sanzioni europee verso Putin, è normale chiedersi quale sia il
beneficio per la Russia.. </div>
<div class="MsoNormal">
Cosa ha portato alla fine dell’Unione Sovietica non è stato
un fallimento militare, bensì lo strapotere economico americano. Per poter
mantenere certi livelli di investimenti nel militare, è necessario avere
un’economia in espansione ed efficiente, e in questo gli Stati Uniti non erano
paragonabili al sistema sovietico.</div>
<div class="MsoNormal">
Un’ampia cooperazione tra Russia e Stati Uniti, oggi,
risulta essere benefica per entrambi, ed entrambi vogliono raggiungere
l’obiettivo di ridurre lo stato Islamico, così come nella volontà dell’Iran. Putin
gioca una carta scaltra, seppur i bassi prezzi del greggio sono dolorosi per
l’economia russa, un’aggressiva presenza americana con forte espansione nel
mondo e nel medio oriente potrebbe essere ancor più dolorosa nel lungo periodo.
</div>
<div class="MsoNormal">
Un allentamento dal parte della Russia delle tensioni
geopolitiche, potrebbe facilitare la cessazione delle sanzioni che stanno
dilaniando l’economia interna. E questo, nel lungo termine potrebbe essere un
volano di ripresa e di crescita.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-86239045809712986222015-07-16T08:27:00.000-07:002015-07-16T08:27:03.957-07:00Draghi anticipa l'Eurogruppo: 900 milioni per Atene
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<br />
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">«Ci sono le condizioni per alzare la
liquidità alle banche greche», con questa frase alla fine del Consiglio
direttivo della Banca Centrale Europea, Mario Draghi sconvolge giornalisti e
mercati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">A sorpresa e in anticipo rispetto allo
sblocco da parte dell’Eurogruppo dei 7 miliardi di prestito ponte per Atene, la
Bce ha deciso quindi di alzare il tetto di liquidità di emergenza per le banche
elleniche, portando così l’esposizione complessiva della Bce verso la Grecia a
130 miliardi di euro. Gli istituti greci dovrebbero così poter riaprire gli
sportelli, rimasti chiusi dal 28 giugno.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Dopo il voto notturno del Parlamento
greco e l’accordo dei ministri di Eurolandia, «le cose sono cambiate» ha
spiegato Draghi e hanno permesso lo sblocco immediato di 900 milioni di euro,
avvicinandosi alle richieste della Banca centrale ellenica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Era stato proprio il blocco dell’Ela a 89
miliardi a costringere le banche a chiudere gli sportelli e limitare i prelievi
bancomat. Probabile che con la riapertura rimanga comunque in vigore il limite
di 60 euro al giorno per le operazioni agli sportelli automatici, nell’attesa
che il terzo salvataggio europeo sblocchi quanto necessario, 25 miliardi, per
la ricapitalizzazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Draghi ha però anche ammesso che «L’Unione
monetaria è imperfetta e fragile» e che «sono necessari progressi»,
intervenendo anche sulla questione del debito Greco e confermando la necessità
di un taglio netto come già sottolineato dall’FME nel suo ultimo rapporto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Spazio anche per qualche nuovo attrito
con Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, dopo quello causato dalle
dichiarazioni di Draghi della scorsa settimana proprio sul tema della riduzione
del debito ellenico e archiviato da fonti Bce come «uno scambio di vedute».
Alla domanda di un giornalista di commentare l’ipotesi lanciata dal ministro
tedesco nel fine settimana, ovvero la possibilità che la Grecia lasci l’euro
per <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>almeno 5 anni, Draghi ha risposto
che non commenta affermazioni di uomini politici e che dal punto di vista della
Bce la Grecia è e resta nell’euro, aggiungendo che «Tutte le indicazioni - ha
aggiunto - mi portano a dire che la Bce e il Fondo monetario internazionale
saranno rimborsati dalla Grecia il 20 luglio», un “assegno” di circa 3,5
miliardi oltre interessi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman";">Concludendo, Draghi ha poi commentato la
situazione globale dell’area euro dove i segnali, ha detto, indicano un
ampliamento della ripresa, nonostante i recenti sviluppi legati al grexit e
confermando i tassi di interesse allo 0,05%.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/12043098896244503708noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6415645154401009877.post-37166648297159929512015-07-15T10:50:00.000-07:002015-07-15T10:50:03.548-07:00Microsoft non taglia Windows Mobile
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Nel day after dell’annuncio da parte di Microsoft di un piano di tagli da
7.800 posti che configura un nuovo ed ulteriore ridimensionamento per il
business relativo ai dispositivi mobili, Satya Nadella, AD del gigante di
Redmond, dichiara in un’intervista a ZDNet che non si tratta di un’uscita dal
mercato “mobile” e che, al contrario, l’arrivo di Windows 10 previsto per il 29
luglio prossimo sarà un’opportunità di crescita nel segmento.</span></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Nadella racconta che si tratta di “aggiornare” la mission che trovò al suo
arrivo in Microsoft, nel 1992, trasformando l’ormai raggiunto obiettivo di “portare
un pc in ogni casa e su ogni scrivania” in “portare Windows su ogni dispositivo”,
riconoscendo nella convinzione di immaginare un futuro con un “pc al centro di
tutto” uno dei più grandi errori del passato e sottolineando come lo
sfoltimento delle risorse non significhi in alcun modo una minore presenza di
Microsoft sul fronte mobile, come dimostra il recente annuncio della nuova
linea di fascia alta Lumia in arrivo il prossimo anno. “Produrremo meno modelli
così da rimanere più concentrati” ha aggiunto.</span></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Centrale per il funzionamento della strategia immaginata da Nadella sarà il
rapporto con gli sviluppatori che con il nuovo Windows 10 dovrebbe fornire una
piattaforma comune di sviluppo, trasversale dai computer ai visori Hololens,
passando per telefoni e console Xbox. “Le App per Windows saranno universali”
dice Nadella e gli sviluppatori potranno così lavorare puntando non al 3% del
mercato mobile controllato da Microsoft ma al miliardo di consumatori che avrà
un Menu Start di fronte.</span></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Un cambiamento netto e radicale, sulla scia della strategia già adottata da
Apple con le sue App “Universal” e da Google con le Chrome Apps. In un mondo digitale
che avvolge e coinvolge l’utente a partire dallo smartphone, passando per i
tablet e arrivando a computer, televisioni e console, fornire agli sviluppatori
una piattaforma trasversale non può che generare altro che vantaggi, sia in
termini di pubblico potenziale che di attrattività della piattaforma stessa.
Senza dimenticare i vantaggi per gli utenti, che sperimenteranno così la
comodità di utilizzare le loro App preferite indipendentemente dal device.</span></span><br />
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">E’ una nuova nuova Microsoft, come ne abbiamo viste tante in
questi ultimi anni. I tempi dell’egemonia sono ormai definitivamente
archiviati.</span></span></div>
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