lunedì 2 marzo 2015

Italia: eppur si muove. Lo dice l'Istat.

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14, tanti sono stati i trimestri consecutivi nei quali il PIl dell'Italia ha dimenticato il segno più nelle rilevazioni dell'istituto nazionale di statistica. Oggi, la variazione attesa per il primo trimestre 2015 è del +0,1%. Recita così, infatti, la nota diffusa dall'Istat nella giornata di venerdì:




"I segnali positivi sull’economia italiana si rafforzano. Al miglioramento del- le opinioni di consumatori e imprese registrate a febbraio si affianca l’aumento della produzione industriale a dicembre e quello del fatturato dei servizi nel quarto trimestre del 2014. Permangono tuttavia difficoltà nel mercato del lavoro e si conferma la fase deflazionistica, seppure in atte- nuazione. L’indicatore composito anticipatore dell’economia registra una variazione positiva per il secondo mese consecutivo. Per il primo trimestre 2015 è previsto il ritorno alla crescita del Pil."




Segnali positivi dunque, ma restano le difficoltà, soprattuto nel mercato del lavoro d'Italia che, citiamo testualmente, «non mostra chiari segnali di un’inversione di tendenza rispetto a quanto osservato negli scorsi mesi». Il tasso dei posti vacanti ristagna allo 0,5% nell'industria e nei servizi, mentre è visto in crescita nella manifattura e in peggioramento nelle costruzioni.

Calano ancora i prezzi, dopo il -0,6% su base annua registrato a Gennaio, le stime per febbraio parlano ancora di deflazione, vista a -0,2%, complici i forti ribassi di prezzo subiti dal petrolio.

Fiducia dei consumatori iln lieve crescita, con un +0,1% nel terzo trimestre 2014 accompagnata da un deciso miglioramento del clima relativamente alla situazione economica.

Eppur si muove, quindi, l'Italia. Di poco, quasi di niente in termini reali ma di qualcosa in termini tendenziali. Il fardello del mercato interno però continua a pesare, con un fatturato industriale sul mercato nazionale calato in media nel 2014 dell'1,2%, in parte bilanciato da un'accellerazione sulla componente di domanda estera (+2,9%), ma inferiore alla domanda potenziale delle produzioni italiane.

Per l'Italia, quest'ultimo sarà il dato cruciale per interpretare la ripresa e capire se si tratta di fumo o di arrosto. Se i miglioramenti nella fiducia dei consumatori e delle imprese saranno effettivi, la domanda interna dovrà necessariamente ripartire e con essa tutto il sistema economico italiano potrà finalmente cominciare a sperare. Altrimenti, i più torneranno dei meno e sarà tutto da rifare. Ancora una volta.

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