domenica 22 marzo 2015

Petrolio e QE spingono l'OCSE a rivedere le previsioni di crescita dell'Eurozona

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L'Ocse rivede le stime sulla crescita dell'area euro rispetto a quelle di Novembre 2014.

L'Organizzazione con sede a Parigi, tramite l'Interim Economic Assessment (pubblicato il 18 Marzo 2015), ha alzato le previsioni sul Pil dell'Eurozona ad un +1,4% per il corrente anno e un +2% per il 2016.

Rispetto alla precedente diffusione il 2015 guadagna l'1,1% mentre il 2016 mostra un miglioramento rispetto di 1,7 punti percentuali.

Queste revisioni sono state determinate da due particolari avvenimenti: il calo del prezzo del petrolio ed il massiccio acquisto di titoli da parte della BCE.

In particolare, l'azione promossa dalla Banca Centrale Europea ha come effetto non solo una maggiore circolazione di capitali (i titoli sono acquistati con capitale ex-novo), ma anche di ridurre il costo dei prestiti facilitando l'accesso al credito

Per l'Italia, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico prevede un Pil in crescita dello 0,6% quest'anno, 0,4 punti percentuali in più della vecchia stima, e dell'1,3% nel 2016 (1% nell'economic outlook di quattro mesi fa).

Stime, che seppur positive sono ancora ben al di sotto della media dell'area euro, per questo l'ottimismo deve essere cauto in quanto la crisi che ha colpito il Belpaese negli ultimi  sette anni ha lasciato voragini nell'economia nazionale che ha bisogno di ritmi di crescita ben più alti per poterli colmare. Il 2014 si è confermato un anno di recessione registrando una contrazione del Prodotto Interno Lordo italiano di 0,4 punti percentuali.

La Germania si presenta ancora una volta economia leader nel processo di crescita dell'area Euro, infatti rispetto al report precedente l'Ocse prevede un +0,6% (da 1,1% a 1,7%) per il 2015 e un +0,4% ( da 1,8% a 2,2%).

Anche la Francia tiene il passo, mostrando previsioni migliori di quelle italiane. Infatti per i transalpini l'Ocse prevede un Pil in crescita dell'1,1% per quest'anno e dell'1,7% per l'anno prossimo.

Lo scenario economico di questi mesi rappresenta una opportunità per tutta l'Eurozona per uscire dalla stagnazione economica caratterizzata da una inflazione troppo bassa e mercati del lavoro deboli.

Per questo l'Organizzazione, nel report appena pubblicato, esorta i governi europei al sostegno degli investimenti e del processo di riforme, come indicato nel Piano Junker.

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