lunedì 1 dicembre 2014

Svizzera: no al referendum sull'oro

Nella giornata di ieri, domenica 30 novembre, la popolazione elvetica è stata chiamata a votare su un importate referendum composto da tre proposte distinte che hanno creato non poche preoccupazioni agli analisti economici e finanziari. Il referendum proponeva in primo luogo di limitare e possibilmente ridurre l’incremento della popolazione di nuovi immigrati su territorio svizzero, supportata da una motivazione prettamente ecologica. Il secondo tema proposto era di abolire forfait fiscali per i ricchi stranieri collegati con attività lavorative in svizzera. Il terzo aspetto, probabilmente il più delicato in termini di possibili impatti, indicava alla banca centrale elvetica di mantenere riserve auree almeno del 20% del proprio attivo, di non poter vendere tale riserve e che queste fossero depositate interamente in territorio svizzero.

I cittadini svizzeri hanno risposto con un segnale chiaro  molto forte. E’ arrivata una tripla bocciatura ai contenuti del referendum. I no hanno nettamente dominato con circa il 70%. La tendenza si è mostrata omogenea in tutte le aree elvetiche, con picchi nelle zone di Ginevra e Zurigo dove la bocciatura ha pesato per circa l’80%. Anche nel cantone Ticino, che storicamente risponde a referendum simili in tono molto conservativo, le iniziative pro riforme non hanno superato la soglia del 30%.

Come riportato da il Sole 24Ore, il no ha disteso le tensioni e allontanato implicazioni che avrebbero creato effetti potenzialmente destabilizzanti per l’economia elvetica. “Con una vittoria del sì, la Bns sarebbe stata costretta dunque a investire risorse ingenti per aumentare le riserve in lingotti. Il prezzo dell'oro avrebbe avuto probabilmente una spinta al rialzo. A quel punto inoltre la Bns probabilmente non avrebbe più avuto risorse sufficienti per difendere la soglia di cambio fissata per l'euro-franco (1,20 franchi per 1 euro) e la moneta svizzera avrebbe potuto apprezzarsi in modo eccessivo. A sostenere l'iniziativa “Salvate l'oro della Svizzera” erano alcuni esponenti dell'Udc, partito della destra populista. Il vertice dello stesso partito non era peraltro d'accordo. Tutti i principali partiti elvetici erano contrari”.

Lo schema quindi largamente condiviso dal governo e dal parlamento svizzero ha dominato largamente anche tra la popolazione. Il grado di autonomia della banca centrale svizzera non è stato intaccato e il prezzo dell’oro potrà seguire il suo corso senza essere influenzato da eventi esterni.

Nessun commento:

Posta un commento