giovedì 4 dicembre 2014

Rientro capitali: a volte ritornano (le leggi)



A volte ritornano, capita spesso infatti a leggi e dibattiti parlamentari di tornare su argomenti di forte interesse per le dinamiche economiche e fiscali del sistema Italia. Uno di questi temi, sempre caldissimi, riguardo il rientro capitali dall'estero, la volunatry disclosure che, nell'idea del Governo, dovrebbe far emergere dal nero quei capitali sottratti al fisco e trasferiti all'estero da contribuenti italiani. Il testo definitivo manca ancora ma dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il provvedimento sarà finalmente legge, dopo lo stop subito a causa del decadimento del governo Letta. Due i punti sensibili del nuovo testo sul rientro capitali rispetto alle precedenti versioni, il Sole24Ore li inquadra così:

"Il rimpatrio o l'emersione questa volta, a differenza dei tre scudi fiscali dello scorso decennio, non rappresentano un condono a tariffa forfettaria. I capitali ancora sotto accertamento (cioè non ancora prescritti fiscalmente) saranno assoggettati a tassazione integrale (generalmente il 43%, visti gli importi a 5, a 6 o più zeri in questione), con il riconoscimento di forti sconti solo sulle sanzioni per mancata dichiarazione fiscale (quasi sempre sotto la soglia del 3%). In aggiunta, si pagheranno comunque le tasse anche sui rendimenti annuali del capitale depositato all'estero. Ma, prima ancora, chi rimpatrierà o farà l'emersione questa volta dovrà farlo svelando il proprio nome ed esibendo tutti i documenti bancari e degli intermediari utili a ricostruire la storia, e i rendimenti, dell'investimento."

Pesanti le pene in caso di omessa o falsa dichiarazione, con condanne fino a sei anni di carcere.

Continua il sito del quotidiano:

"Chi aderirà alla nuova voluntary disclosure – e potrà farlo entro il 30 settembre dell'anno prossimo per violazioni commesse prima del 31 dicembre 2013 – oltre a non rispondere dei reati fiscali (a parte ipotesi di gravi condotte fraudolente, per le quali comunque la pena è diminuita) andrà immune anche dal nuovo illecito di autoriciclaggio, che può comportare un aumento di pena fino a 8 anni (4 se il reato all'origine del lavaggio non è particolarmente grave)."

Secondo il Governo, l'esenzione penale concessa in caso di disclosure dovrebbe rappresentare uno degli incentivi più forti per aderire al condono sul rientro capitali, considerando che entro il 2018, ma forse anche prima, la Svizzera, insieme ad altri paradisi fiscali, aderirà alla procedura di scambio automatico di informazioni fiscali e per il fisco sarà molto più facile individuare gli evasori.

Lo "scudo penale" sembra essere la vera moneta di scambio per il rientro capitali poichè dal punto di vista fisacle, con una tassazione secca del 45%, difficilmente si può definire incentivante la denuncia dei redditi elusi, tanto che il Governo stesso non ha prodotto stime precise sul gettito atteso.

I passati fallimenti in tema di condoni fiscali sul rientro capitali sono ormai letteratura e, con queste premesse, risulta difficile pensare che questo possa fare eccezione.

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