venerdì 19 dicembre 2014

Tra scioperi e Jobs Act

manifestazione articolo 18-2

Si preannuncia un inverno molto caldo in Italia.

Secondo Susanna Camusso, segretario nazionale della CGIL, lo sciopero di venerdì 12 Dicembre sarà solo uno dei tanti che verranno programmati nel caso in cui il governo non decida di rivedere il Jobs Act e le proprie politiche sul lavoro.

Per poter comprendere quello che sta succedendo nel Belpaese è necessario fare un po' di ordine: senza entrare nel merito di quanto sia glamour l'inglesismo del nome, che cos'è e prevede il Jobs Act?

Innanzi tutto questo atto è sostanzialmente una legge delega che per definizione indica una legge ordinaria tramite cui il Parlamento delega il governo in carica ad esercitare funzione legislativa su di un determinato oggetto. Inoltre la legge delega, per essere valida deve contenere delle indicazioni minime che comprendono l'oggetto della legge, il tempo massimo di durata della delega, ed infine principi e direttive definiti dal Parlamento all'interno dei quali deve muoversi il governo nel produrre i decreti attuativi (che stando alle previsioni govenative dovrebbero essere emanati a partire da Gennaio 2015).

Il Jobs Act andrà a fare modifiche importanti al mercato del lavoro nostrano modificando sia la struttura contrattuale che quella previdenziale.

E' prevista l'introduzione di un nuovo tipo di contratto che sarà caratterizzato da tutele crescenti legate all'anzianità di servizio,sino ad arrivare alle tutele garantite dalla attuale normativa. In teoria l'obiettivo è quello di sostituire con questa forma contrattuale gli attuali contratti a progetto e di collaborazione anche se per sapere se questo avverrà bisognerà aspettare l'emanazione del decreto di riferimento.

Riguardo la modifica del celeberrimo articolo 18, che ha sollevato le maggiori polemiche nonchè le agitazioni promosse dalle associazioni sindacali, il principale cambiamento è rappresentato dalla eliminazione del reintegro nel caso di licenziamenti per motivi economici e la previsione del solo indennizzo.

L'indennità di disoccupazione sarà legata, per durata (che potrà superare i 18 mesi previsti attualmente) ed importo, alla carriera contributiva del lavoratore e sarà estesa anche agli attuali contratti di collaborazione per i quali verrà introdotta anche la tutela legata al periodo di maternità.

In aggiunta, è previsto il potenziamento degli strumenti volti a favorire l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro tramite la costituzione di una agenzia nazionale per il lavoro, il cui funzionamento ci sarà svelato solo all'attuazione dei decreti governativi. Su questo argomento sono personalmente in spasmodica attesa.

L'aspetto che più potrebbe lasciare perplessi è quello legato alla certezza del ridimensionamento dei diritti garantiti dall'articolo 18 e alla non garanzia di sostituzione dei contratti precari con contratti a tempo determinato.

L'unica cosa certa è che nel mercato del lavoro nostrano è necessaria una riforma in quanto in Italia esiste un sistema occupazionale a due velocità.

Quello dei nuovi contratti, con pochissimi diritti e tanta incertezza (ad esempio il contatto a progetto non garantisce ferie e malattia) e i contratti a tempo indeterminato tradizionali, che rappresentano quasi una utopia per la maggior parte dei giovani lavoratori.

Riuscirà il governo di Renzi a produrre una riforma efficace?

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