domenica 21 dicembre 2014

Russia e il rischio default

In pochi mesi la Russia è passata da uno scenario economico stabile ad una situazione drammatica, la peggiore dall’inizio del nuovo millennio. Uno dei paesi più importante e potenti del mondo è stato messo in ginocchio in tempi record, e quello che sembrava non potesse accadere nemmeno negli incubi più brutti è invece divenuto realtà. Osserviamo più da vicino gli aspetti che compongono questo quadro.

Il primo fattore critico è rappresentato dalla guerra in Crimea e le relazioni con l’Ucraina. Nel 2014 Putin ha voluto dare un messaggio forte al mondo, occupando un’area strategica per le ricchezze presenti. Questo ha avuto un forte eco in termini di popolarità e rispetto circa la popolazione Russa. Ma altrettanto forte è stata la risposta dei paesi occidentali, con delle azioni imminenti volte a punire l’atto della Russia. L’unione Europea e gli Stati Uniti hanno infatti delineato delle sanzioni economiche durissime che hanno come destinatario Putin. La Russia si torva praticamente isolata dal resto dei paesi occidentali, e questo ha creato ripercussioni a catena. Un primo effetto si è manifestato con la fuga di capitali dalla Russia, quantificati in oltre 100 Mld di euro. In secondo luogo si sono registrate delle contrazioni nelle esportazioni di paesi come l’Italia, stimate in oltre -20%,  poiché tali partner hanno sempre avuto interessi stabili verso la Russia.

Il secondo macro fattore che compone la drammatica situazione Russa è rappresentato dal crollo del greggio avvenuto nel 2014. Wired.it riassume in modo efficiente i recenti movimenti del petrolio e gli effetti sul mercato azionario Russo: “Nelle ultime ore si è registrato anche un ulteriore crollo del prezzo del greggio, sceso per la prima volta dal luglio 2009 sotto la soglia dei 60 dollari al barile (dall’inizio dell’anno il valore è diminuito del 45%). Contemporaneamente la borsa di Mosca ha perso circa il 19% del proprio valore: un crollo simile non si era mai avuto dal 1995. Tra gli ultimi mesi del 2014 e l’inizio del 2015 si stima un’inflazione tra il 9% e l’11%, mentre per il 2015 tutti gli economisti concordano sulle previsioni di recessione (con percentuali che variano, a seconda delle stime sul prezzo del petrolio, tra -0,8% e -4,7%)”.

Il terzo fattore è l’andamento del Rublo. La moneta si è indebolita rapidissimamente nelle ultime settimane, diventando la moneta più debole del mondo. Se ad inizio 2014 erano necessari 45 rubli per acquistare 1 €, ora ne occorrono circa 90. Oscillazioni di tale entità provocano ripercussioni estreme sull’economia interna di un paese. La banca centrale Russa ha tentato di limitare il crollo della propria valuta innalzando i tassi di interesse dal 10.5% al 17%, ma la manovra non ha avuto gli effetti desiderati. Inoltre, nella giornata di lunedì 15 dicembre la banca centrale ha cercato di sostenere la propria moneta con investimenti nell’ordine di 2 Mld di euro.

Una notizia sugli effetti della forte svalutazione del Rublo è anche la decisione di Apple di sospendere le vendite online dei propri prodotti. "A causa delle fluttuazioni estreme del valore del rublo, il nostro negozio online in Russia non e' al momento disponibile, mentre rivediamo i prezzi. Ci scusiamo con i clienti per il disagio", viene comunicato da Apple.

Il rischio default sembra essere quanto più concreto e inevitabile, restano solo da osservare le future manovre dei paesi occidentali che dovranno decidere se proseguire con la punizione della Russia o se alleggerire le sanzioni.

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