domenica 23 novembre 2014

OCSE: luci e ombre nello scenario economico

L’ultimo aggiornamento della situazione economica nel perimetro OCSE mostra alcune evidenze a macchia di leopardo. Nei paesi dell’area, il PIL globale si è spinto verso un +0,3% nel primo trimestre e +0,4% nel secondo semestre. Entrando però nel dettaglio dei singoli paesi che generano il dato aggregato, scopriamo come ci sia una “nicchia” di economie che guidano le performance. Come riportato da Il Messaggero solamente Stati Uniti e Gran Bretagna mostrano significativi segnali di crescita, mentre economie di Francia e Germania hanno pur sempre indicatori positivi ma comunque con una rilevanza marginale. Completando lo sguardo sui maggiori paesi dell’ OCSE, Italia e Giappone risultano in chiara recessione.

Andando con un maggiore zoom tra i recenti numeri offerti da Istat sulla situazione Italiana, possiamo comprendere come la crisi economica non da segnali di rallentamento. Dal corriere.it emerge che “il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra una diminuzione dello 0,4% rispetto ad agosto. Il solo mese di settembre ha invece mostrato una frenata soprattutto dall’estero, -1,4%, mentre c’è stato un incremento minimale, +0,1%, sul mercato interno. A livello tendenziale il fatturato totale scende del 2,2%, con un calo del 3,7% sul mercato interno ed un incremento dello 0,8% su quello estero”.

L’outlook tendenzialmente negativo è confermato anche nell’area europea, marcato dal rallentamento della Germania ma tamponato dai tratti lievemente positivi della Francia. Il corriere.it riporta come “l’indice pmi flash complessivo dell’Eurozona rallenta a novembre a 51,4 punti dai 52,1 punti di ottobre e contro gli attesi 52,3 punti. L’indice pmi, calcolato da Markit, è un barometro dell’andamento economico dell’area euro, che segna un’espansione sopra i 50 punti e una contrazione sotto quota 50. L’indice pmi flash manifatturiero dell’Eurozona passa da 50,4 a 50,2 punti e quello sui servizi frena da 52,3 a 51,3 punti. Indicativo l’arretramento dell’indice complessivo dei nuovi ordini, che cede da 50,8 a 49,9 punti, registrando la prima contrazione dal luglio 2013”.

Alcuni lievi segnali positivi, che andrebbero comunicati sottovoce per la delicatezza del tema, arrivano dal mercato immobiliare. Nel settore italiano nel terzo trimestre l’indicatore è balzato a +3,6%  rispetto allo stesso periodo nel 2013. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate le transazioni immobiliari in crescita devono gran parte del risultato alle evidenze emerse nelle grandi città che trainano il tasso di scambi. Tale inversione ciclica deve però ricevere il supporto del settore bancario e della relativa fiducia ad erogare mutui. Se lo scenario futuro si dovesse manifestare senza questa chiave di svolta, i recenti dati emersi lievemente positivi svanirebbero con estrema rapidità. Restiamo quindi in attesa di ulteriori sviluppi della macchina dell’edilizia nazionale e osserviamo l’evoluzione degli indicatori economici della sofferente area euro.

Nessun commento:

Posta un commento