lunedì 13 aprile 2015

mytaxi: il gruppo Mercedes vuole i taxi milanesi

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Parte oggi a Milano la sfida del gruppo Mercedes a Uber. La casa tedesca già attiva in Italia con Smart nell'innovativo servizio di car sharing "Car2Go", vorrebbe far dire addio non solo alla contestatissima app ma anche alle care vecchie centrali radiotaxi e spera di utilizzare il volano di Expo e Salone del Mobile per massimizzare la diffusione della sua "mytaxi".

L'Italia, come ci racconta Quattroruote è il settimo mercato di lancio per mytaxi, nata ad Amburgo nel 2009 e inglobata in "moovel" (il contenitore Daimler della attività smart-automotive) lo scorso settembre. Milano si aggiunge ad un'altra quarantina di città in sei diversi Paesi (Stati Uniti, Polonia, Austria, Germania, Svizzera, Spagna) e può vantare già oltre 45 mila taxisti attivi.

Per capirne meglio il funzionamento, ci affidiamo a Quattroruote: "mytaxi, disponibile gratuitamente per smartphone iOS e Android (Windows Phone arriverà in un secondo momento), permette di richiedere il taxi più vicino, geolocalizzando la posizione del passeggero: una volta individuato, il cliente può visualizzare dettagli della vettura (inclusi targa, modello d'auto, foto del conducente) e controllarne l'avvicinamento sulla mappa. Sul lato tassista, l'app individua il cliente e lo conduce a destinazione per il prelievo. Per il pagamento fa fede il tassametro, come in un normalissimo viaggio: il cliente può pagare via carta di credito (preregistrata al momento dell'iscrizione), ma se necessario è sempre possibile ricorrere al contante (ad esempio quando il segnale Internet è disturbato o assente). In futuro, inoltre, è previsto il supporto per PayPal. Non manca un indispensabile sistema di valutazione, da 1 a 5 “stelline” e attivo su entrambi i fronti: il cliente valuta il servizio ricevuto, ma lo stesso può fare il tassista, segnalando eventuali comportamenti scorretti. Ad esempio, in caso di molteplici prenotazioni andate a vuoto è previsto un "ban" dall'app."

La grande differenza di mytaxi rispetto a Uber l'ha rimarcata Covilli: “Lavoriamo solo con tassisti con licenza, rispettando tutte le regole e non riteniamo che quelle esistenti debbano essere cambiate, siamo l'alternativa reale, legale, che permette ai tassisti di far parte di un sistema di chiamata in continua crescita”. Con questa scelta il Gruppo Daimler si schiera con i tassisti, da due anni ferocemente in guerra con Uber prevedendo anche condizioni agevolate per l'acquisto di mezzi e dei corsi ad hoc senza (almeno per ora) alcun vincolo relativamente a canoni, esclusive, costi fissi, tasse annuali o penali per il recesso.

La campagna acquisti mytaxi è già iniziata, sui 4.500 taxi attivi nella città di Milano, mytaxi si vanta di averne già attivati circa 200, sopratutto tra gli indipendenti non affiliati a cooperative. D'appeal l'offerta per conquistarli, con commissioni azzerate fino al 30 settembre 2015 e anche il "roaming" per gli utenti stranieri che potranno utilizzare il servizio anche nel capoluogo lombardo.

Incentivanti anche i rewards pensati per gli early adopters di mytaxi: fino al 17 maggio corse a metà prezzo e un "Referral Program" che garantirà un voucher di 15 euro per ogni amico presentato al presentatore e 10 al nuovo arrivato.

Milano dovrebbe essere solo l'inizio per mytaxi, come è stato per Car2Go è probabile che il gruppo tedesco miri nel breve ad espandere il servizio anche in altre città italiane. Certamente avere alle spalle un budget degno di un gruppo come  Daimler renderà la sfida con Uber accesa e accattivante.

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