mercoledì 8 aprile 2015

Il disgelo a Cuba inizia da Airbnb

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Airbnb, il celebre portale che permette di soggiornare a casa di locali in 190 paesi e più di 30.000 città nel mondo, ha annunciato pochi giorni fa che sarà possibile prenotare e affittare casa a Cuba. Con questa azione Airbnb si qualifica come una delle prime compagnie americane a sbarcare a Cuba dopo la notizia della distensione dei rapporti diplomatici tra i due paesi data a dicembre dal presidente americano Barack Obama e da quello cubano Raul Castro.

La rivoluzione cubana inizia quindi dal turismo e punta a rilanciare l’economia dell’isola, facendo aprire le sue porte a nuovi flussi di persone e denaro. Per il momento il servizio di home sharing a L’Avana sarà accessibile solo per i turisti americani a partire da primavera; per tutti gli altri viaggiatori si dovrà attendere ancora qualche mese, in attesa di ottenere nuovi permessi dal governo.

Per entrare a Cuba, Airbnb ha dovuto superare non solo l’embargo ma anche barriere legate allo sviluppo di un modello di business digitale in un paese ancora arretrato dal punto di vista tecnologico: in particolare, Airbnb si è dovuta scontrare con una limitata accessibilità ad Internet da parte della popolazione locale e con una scarsa disponibilità di opzioni di pagamento virtuali. Visti questi vincoli, la compagnia di home sharing partirà con cautela: per ora saranno disponibili circa 1000 proprietà in affitto, concentrate quasi tutte a L’Avana. Le hanno scovate una ad una gli emissari di Airbnb che nei mesi scorsi hanno incontrato i proprietari degli alloggi, molti dei quali davano già in affitto le loro stanze ai turisti, ma senza un approccio strutturato come quello proposto dall’azienda americana.

L’elenco delle dimore disponibili sarà veramente variegato, da stanze in case molto umili a sistemazioni in ville coloniali, il tutto sempre sotto i 50 dollari a notte. Come riporta la Repubblica, la mossa di Airbnb non è casuale, ma è guidata dalla crescita della domanda di alloggio a Cuba registrato dal suo motore di ricerca da quando è stato annunciato l’inizio del disgelo. Molti viaggiatori infatti sostengono di voler visitare l’isola prima che tutto cambi e stanno programmando di andarci proprio quest’estate.

Secondo quanto dichiarato da Aibnb, il modello di home sharing – stare a casa di una persona del posto, pagando meno rispetto ad un hotel – permetterà di sviluppare un turismo meno invasivo, volto a preservare le caratteristiche distintive dell’isola. L’idea è di spingere la crescita del turismo in modo non distruttivo e di permettere ai viaggiatori americani di sentirsi a casa in un paese che per 50 anni non lo è stato – ha affermato Nathan Blecharczyk, co-fondatore e CTO di Airbnb.

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