martedì 14 aprile 2015

Il mercato azionario ha gli occhi a mandorla

Il continuo gonfiarsi dei prezzi delle azioni quotate ad Hong Kong ha proiettato la piazza azionaria come la più grande al mondo, con un valore impressionante di $44bn. La “Asian Bourse” è oggi il punto di riferimento, distaccando in modo significativo i principali player mondiali.

Due terzi dell’apprezzamento di questo mese dei titoli quotati è generato da volumi massivi di trading, che partendo dalla Cina sono atterrati nel territorio, che negli ultimi anni si è affermato come una delle principali hub finanziarie asiatiche.

I recenti dati sulla crescita dell’economia cinese non hanno influenzano il mercato azionario, che permane quindi con indole “Bullish” (in forte crescita prevista). Tra i vari fattori, gli operatori finanziari stanno sfruttando una favorevole situazione di bassi tassi di interesse circa le quantità di moneta da poter prendere a prestito. La notizia sulle previsioni di crescita in Cina hanno comunque avuto un eco mondiale. La banca mondiale ha emesso un rapporto dove ha tagliato le previsioni di crescita nei paesi asiatici, principalmente a causa del rallentamento dell’economia cinese e del super dollaro che viaggia costantemente a valori massimi. Il report indica come “la Cina, dopo un incremento del 7,4% registrato nel 2014, dovrebbe fermarsi al +7,1% quest'anno, meno del 7,2% previsto nell'ultimo report di ottobre scorso. Il pil dei paesi in via di sviluppo dell'Est Asiatico e del Pacifico dovrebbe aumentare nel 2015 del 6,7%, contro il 7,1% previsto ad aprile e il 6,9% previsto ad ottobre 2014”.

La discrepanza tra i prezzi delle società quotate nella piazza di Shanghai e i quella di Hong Kong hanno dato carburante al rally, innalzando enormemente il volume degli scambi.

L’attuale valutazione della “Hong Kong Bourse” ha scalzato i principali player dal primato. CME Group, operatore americano, è stato per lungo tempo il più grande gruppo mondiale con una capitalizzazione di circa $31bn. La piazza asiatica ha inoltre sorpassato gruppi come International Exchange, operatore che detiene la famigerata New York Stock Exchange con una capitalizzazione di $25bn, e la società The London Stock Exchange Group valutata circa $13bn.

L’incremento delle attività ha innalzato le aspettative di performance del gruppo “Hong Kong Bourse”, e l’indice Hang Seng è attualmente a +12% dall’inizio del mese, senza dare alcun segno di rallentamento. Recentemente l’operatore di Hong Kong aveva comunicato di aver aperto una nuova divisione che riflettesse la crescente importanza del business cinese.

L’indice benchmark di Hong Kong ha superato, lunedì 13 aprile, la soglia di 28.000 punti base per la prima volta dal lontano 2007. In quel periodo, la crescita economica cinese era in doppia cifra colpendo oltre il 14% su base annua. Differentemente, nella scorsa settimana è stato pubblicato il dato ufficiale della crescita dell’economia cinese del 2014, stabile a circa 7%.

Se lo sgonfiarsi dei mercati azionari americani portasse nuovo carburante diretto alle piazze asiatiche, non dovremo sorprenderci in futuro di ulteriori incrementi di performance e leadership dei gruppi della terra del sol levante.

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