sabato 31 gennaio 2015

Italia: l’aiuto arriva da euro e petrolio

Gli impatti macro economici degli andamenti della moneta unica e del petrolio saranno consistenti e misurabili nel 2015 per l’area euro. Secondo un analisi di dettaglio condotta da S&P, l’ Italia avrà dei contributi positivi sul PIL derivanti dalla caduta del greggio e dal cambio euro-dollaro tendente al pareggio.

Come confermato da diversi studi, l’economia Italiana sembra poter registrare un andamento di lieve crescita nel 2015, pur comunque restando inferiore alla media dei paesi in area Euro. Come indicato da Jean-Michel Six, capo economista Emea di Standard&Poor, il prezzo ai minimi del petrolio garantirà un effetto positivo di circa 0,2% dei consumi del settore privato. Con la stessa dinamica è invece stimato un impatto dello 0,4% per la media dei paesi europei. A livello aggregato, il PIL sembra poter beneficiare di 0,1% su base annua per l’ Italia e 0,2% per l’eurozona.

Il secondo fattore è il cambio delle valute euro-dollaro, che vede il deprezzamento della moneta unica europea fino ad arrivare al pareggio, soglia che potrebbe rimanere stabile per tutto il 2016. Questo genera un impatto stimato di 0,5% sulle esportazioni dell’Italia e di 0,3% della media dei paesi europei. Come riportato da Reuters “S&P esprime poi apprezzamento per il quantitative easing. Ma allo stesso tempo invita a non ‘eccedere con l'entusiasmo’, in quanto gli effetti non saranno immediati (i benefici maggiori sono previsti nel 2016-2017) e ‘la Bce si è mossa tardi, in uno stadio avanzato della crisi’.

Dello stesso approccio sembra essere Mario Draghi durante una recente intervista. La BCE segnala un messaggio chiaro agli istituti di credito europei, essendo attori chiave nella svolta della politica monetaria. E’ fondamentale che gli istituti di credito proseguano il percorso di rafforzamento dei propri patrimoni anche quando si potranno registrare i primi segnali positivi del Quantitative Easing. Tale messaggio arriva a seguito delle preoccupazioni della Fed che ha visto gli istituti bancari americani con un “ritorno allegro ai dividendi” poiché la ripresa economica è ben presente, come dettagliatamente riportato da repubblica.it. “Il Consiglio di vigilanza bancaria della Bce ha esortato le banche ‘a una politica conservativa nella distribuzione di dividendi nell'esercizio 2014’ nell'ambito del suo obiettivo di rafforzare la sicurezza e la stabilità del sistema bancario di Eurolandia”.

I mattoni per poter costruire la crescita sembrano essere messi a disposizione, ma le manovre da implementare nel 2015 e nel 2016 devono essere viste in un ottica di prudenza e stabilità nel lungo periodo.

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