martedì 27 gennaio 2015

Crisi: Nielsen, agli italiani manca la fiducia



Nelle dinamiche economiche le interazioni con il contesto sociale contano non poco, soprattutto quando, in tempo di crisi, si guarda al quadro macroeconomico di un paese in stagnazione come l'Italia.

Secondo le ultime rilevazioni Istat, il 96% degli italiani vede l'Italia ancora in recessione e per il 62% degli stessi la crisi resisterà almeno per tutto il prossimo anno, dato in peggioramento rispetto a fine 2013 con un 5% in più degli intervistati che rivede al ribasso le aspettative per l'anno a venire.

Queste le risposte registrate nel quarto trimestre 2014 dal “Global consumer confidence” di Nielsen su un campione di 30mila individui in 60 Paesi del mondo.

Se il dato in sé risulta già scoraggiante, il peggio si evince confrontando l’indice di fiducia del belpaese con la media europea, pari a 76 punti, trainata dalla Germani a 98 e il Regno Unito a 94. Persino la Spagna e la Francia, che al pari dell’Italia non godono certamente di un momento economico favorevole, riportano dati migliori, rispettivamente 57 per gli spagnoli e 63 per i francesi.

Sul fronte lavoro il sentiment sulla crisi non è migliore, un italiano su quattro rivela infatti di porre al primo posto nella lista delle preoccupazioni la conservazione del posto di lavoro e oltre il 90% è convinto che le condizioni lavorative resteranno complicate ancora per tutto il 2015. I timori per la situazione economica del Paese e per la salute si attestano rispettivamente al 12% e al 9% in termini di importanza per l'individuo.

Tutta questa incertezza non può che contrarre (ulteriormente?) i consumi, con l'87% degli italiani che dichiara che con questa crisi questo "non è un buon momento per fare questi" mentre si taglia su abbigliamento, pasti fuori casa e intrattenimento.

Resta da vedere se il Quantitative Easing di Draghi riuscirà a portare nel sistema economico quella liquidita necessarià a lubrificare gli arruginiti meccanismi dell'economia italiana, rilanciando la fiducia di tutti i suoi attori, dalle imprese ai cittadini, riavviando i consumi e inondando il mercato del bene più scarso: la fiducia.

Nessun commento:

Posta un commento