sabato 25 ottobre 2014

STRESS TEST: ITALIA SOTTO PRESSIONE

La Banca d’Italia non ha tardato nell’esporre le proprie perplessità e critiche verso i parametri utilizzati nei recenti stress test della BCE. Il risultato emerso sul sistema bancario italiano sembra essere severo, con 9 istituti bocciati con carenze di capitale.

Lo scopo di tale indagine tecnica, che ha impegnato notevoli sforzi delle istituzioni europee, risiede nel fare luce sulla salute del sistema bancario che ha creato e crea un certo grado di incertezza nell’economia. L’annuncio dei risultati è l’ultimo atto di oltre un anno di lavoro intenso costato centinaia di milioni di euro coinvolgendo migliaia di ufficiali e tecnici.

Nello scenario europeo, il fallimento più consistente ha riguardato la Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha già iniziato procedure di consulenza con collaborazioni con Citigroup e il colosso svizzero UBS. Il settore bancario tedesco si è mostrato molto solido con solamente una bocciatura tecnica, mentre la Spagna non ha avuto alcun fallimento negli stress test. Il quadro generale europeo vede 25 banche con parametri negativi che, senza considerare la manovra di aumento di capitale durante il 2014, si quantifica in €24.6bn di carenze di liquidità. In queste cifre, si deve considerare che molte delle bocciature sono di natura tecnica, poiché molti istituti finanziari hanno comunque aumentato il capitale da investitori solo in un momento successivo a dicembre 2013, data limite del perimetro delle analisi.

In breve, gli stress test hanno incuso delle review di qualità degli asset a bilancio, così come test tecnici per dimostrare l’abilità della banca (livelli di liquidità) nell’affrontare scenari economici in peggioramento come ad esempio l’aumento del tasso di disoccupazione o il crollo dei prezzi delle abitazioni.

Gli investitori hanno espresso un certo ottimismo sui recenti risultati indicando questa delicata fase come possibile punto di svolta economico. I mercati dovrebbero quindi reagire positivamente, seppur la pressione sul sistema Italia sarà inevitabile. Usando una metafora di Philippe Bodereau, direttore globale del dipartimento di ricerca finanziaria in Pimco, “alcune delle più deboli banche nel sistema si stanno muovendo dall’ospedale verso la fase di riabilitazione”.

Un’altra voce di spicco è quella di Davide Serra, fondatore dell’ edge fund Algebris Investments: “Ora siamo a conoscenza del fatto che l’eurozona potrebbe subire una contrazione del 5% e le banche avranno ancora più dell’8% del capitale, indice molto positivo per il settore”.

Dopo gli aumenti di capitale del 2014, circa 13 istituti bancari mantengono la necessità di ristrutturare le proprie finanze e 4 di questi sono nel perimetro italiano. Gli ufficiali italiani hanno però dato evidenza al fatto che le banche sul territorio non hanno ricevuto l’assistenza dai governi che invece è stata concessa in altri paesi. Fabio Panetta, vice direttore di Banca d’Italia, indica i risultati come “non sorprendenti” poiché sarebbe stato impensabile credere che il settore bancario non stesse soffrendo degli effetti di 5 anni di recessione economica.

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