martedì 21 ottobre 2014

Anche l'economia tedesca scricchiola: il governo rivede le previsioni al ribasso

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Chi è causa del suo mal pianga s'è stesso, così dice il famoso detto. Le politiche di austerità promosse dall'Unione Europea su pressione del governo guidato da Angel Merkel sembrano cominciare ad avere effetti negativi anche sull'economia teutonica.

La Germania, che fino ad ora è sempre stata considerata l'esempio di solidità a cui tutti i paesi europei dovrebbero ambire(lo spread è appunto calcolato rispetto al  rendimento del BUND), mostra qualche segno di logoramento.

Giusto pochi giorni fa il governo tedesco ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL per il 2014 passando da un valore di 1,8% ad un valore di 1,2% (-0,6%).

Nonostante ciò Wolfgang Schäuble, attuale ministro delle finanze, ha anticipato in un suo discorso che per l'anno prossimo il valore delle entrate e delle uscite del bilancio tedesco si eguaglieranno.

Quest'anno invece, come indicato nel bilancio appena presentato, si chiuderà con un disavanzo di soli sei miliardi e mezzo di euro.

Questa revisione è stata determinata dal calo della domanda estera di prodotti provenienti dalla Germania la cui economia è strettamente legata alle sue esportazioni (si pensi che più della metà del Pil tedesco deriva dalle esportazioni nell'area UE).

Ad Agosto c.a. per esempio, come scritto da Chris Bryant nel suo articolo sul quotidiano inglese Financial Times, la domanda di prodotti tedeschi d'esportazione ha subito un crollo dell'8,4% accompagnato dal calo di 8,5 punti percentuali della domanda di prodotti finanziari.

Cosa ha portato a questo calo nelle esportazioni?

Le politiche di austerity implementate  e il fenomeno deflattivo nella zona Euro  non hanno solo indebolito i paesi coinvolti che di conseguenza hanno meno capitale da investire nelle esportazioni ma hanno fatto anche aumentare il livello generale di sfiducia.

A questi si aggiungono i timori legati alla situazione della crisi ucraina, le sanzioni nei confronti della Russia ed il rallentamento dell'economia cinese (due tra i più importanti partner commerciali della Germania).

Come è ovvio che sia, una economia caratterizzata da un surplus commerciale come quella teutonica è molto vulnerabile alla crisi della domanda estera.

Queste difficoltà faranno cambiare idea al governo tedesco oppure la cancelliera Merkel abbandonerà la strada del rigore?

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