martedì 7 ottobre 2014

LA FRENATA DEI MERCATI

Lo scenario di crescita globale così come la mancanza di efficacia mostrata da alcune manovre di politica monetaria delle banche centrali influenzano l’appetito al rischio sui mercati. Le prime evidenze mostrano una frenata dei titoli azionari a livello mondiale, i prezzi delle commodity al ribasso e un innalzamento dell’interesse verso strumenti per natura senza rischio come i bond governativi americani.

I fattori che stanno portando tensioni in questi mesi autunnali sono molteplici. Tra i più recenti, l’evidenza di una debolezza che sembra strutturale della prima economia europea, la Germania. Trainata in questi anni post-crisi da straordinari risultati della bilancia commerciale e con export ai massimi livelli, l’economia tedesca ora sembra in sofferenza, con l’annuncio di ripetuti dati economici negativi. L’effetto delle politiche dell’austerity sembra aver soffocato le economie europee. Tra queste la Francia, che rappresenta il principale partner europeo circa le importazioni dalla Germania. Il rallentamento economico europeo ha fatto si che l’istituto di Washington IMF abbia tagliato e ridimensionato le stime di crescita. Tra gli altri elementi di preoccupazione ci sono i crolli in borsa delle società nel settore travel sulla piazza londinese a seguito dellì’impatto del virus Ebola che sembra essere sbarcato anche in Spagna.

Tali tensioni hanno generato perdite del FTSE Eurofirst 300 di circa 1,5% nelle precedenti sessioni, e il suo simile in Asia di circa l’ 1%. A seguito anche delle dinamiche in Arabia Saudita il petrolio registra livelli di prezzi intorno ai 90$ al barile, minimi da due anni. L’ S&P 500 mostra una chiusura vicina ai minimi da due mesi e circa il 3,8% sotto i proprio picco massimo. L’indice CBOE Vix, che racchiude le aspettative di volatilità del mercato azionario ha raggiunto un picco massimo degli ultimi 7 mesi.

Riflessioni più ampie e strutturali ci portano ad interpretare questi dati come semplici step ciclici della cavalcata dei mercati degli ultimi mesi. Potremmo essere dunque ad un punto di flesso di un ciclo che dura da diversi anni. Non meno importante, e di certo non lontano dai pensieri degli operatori nei mercati, è la “Fed fear”. Il piano di Quantitative Easing lanciato dalla banca centrale americana è di estrema attualità e rappresenta il terzo maggior programma di acquisto di asset da parte dell’istituto americano. Per essere lineari e semplici, è limpido l’effetto che ci sarà quando il QE verrà terminato, ovvero una caduta a catena delle più importante piazze a partire da Wall Street. Resta da capire quando evento verrà effettivamente implementato.

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