lunedì 11 maggio 2015

Effetto Grecia sul tasso dei cambi

L’euro è nuovamente sotto pressione e il tasso di rendimento dei bond governativi si sta innalzando a seguito delle preoccupazioni della situazione finanziaria ed economica della Grecia. L’appetito degli investitori verso il rischio sta di conseguenza diminuendo. La Grecia ha dinanzi il più grande pagamento annuale dell’anno, con il Fondo Monetario Internazionale che si aspetta di ricevere circa $770 milioni. I ministri delle finanze dei paesi dell’eurogruppo si incontreranno nella serata odierna per proseguire i confronti sulle riforme che i creditori della Grecia stanno domandando da tempo, per far approvare dunque l’arrivo di nuovi fondi ad Atene.

Uno dei tanti campanelli d’allarme è stato suonato da A. Campbell, senior analyst di FX Pro. “senza un accordo sulle riforme, la strada per scampare dalla bancarotta della Grecia si sta facendo sempre più complessa”.

Al momento, il tasso di cambio euro/dollaro è a $1,1145. I tassi di interesse del debito sovrano nei paesi periferici sono alti, con i decennale spagnolo più alto di 4 punti base a 1,72% e quello portoghese di 7 punti base a 2,33%. La situazione è leggermente più stabile considerando il bund tedesco decennale a 0,58% e quello francese a 0,87%. Il tasso di rendimento a due anni dei titoli della Grecia è schizzato a +21 punti base al livello del 20,78%. All’esterno dell’eurozona, i titoli del tesoro statunitense sono aumentati di 4 punti base a 2,19%.

I mercati dei capitali sono in lieve ribasso, perché gli investitori hanno interrotto il rally di venerdì spronato dai dati del US job report. La situazione è uniforme sia tra i mercati europei sia per quelli americani, con S&P e Dow Jones Industrial Average sostanzialmente invariati. Il prezzo del greggio è in leggero calo a 65$ al barile, mentre l’oro è in lieve aumento a 1.188,75$ all’oncia. La People’s Bank of China domenica ha tagliato il proprio benchmark dei tassi d’interesse a 5,1% ed abbassato il proprio tasso di deposito a 2,25%. Questo segnale dalla Cina sostiene la politica attuata recentemente di intensificare le misure per contrastare il rallentamento dell’economia e l’aumentare del rischio di deflazione. Il mercato di Shanghai ha festeggiato la manovra, rispondendo con un netto salto di oltre 3%, che guarisce dal margine negativo generato durante la scorsa settimana di oltre 5%, il più ampio di oltre mezzo decennio.

Gli analisti però restano allarmati sulle prospettive dei mercati asiatici, poiché il rally della borsa cinese sembra essere dettato maggiormente da un aumento di liquidità piuttosto che da una crescita economica, innalzando dunque il rischio bolla speculativa, definito dall’”outlook bubbly”.

Nessun commento:

Posta un commento