lunedì 15 settembre 2014

Quanto pesano gli IDE indiani in Europa?

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Il peso degli IDE indiani e asiatici verso le economie occidentali è cresciuto considerevolmente, come spiegano Amighini, Cozza e Rabellotti  di lavoce.info nel loro articolo “Strategie Europee delle multinazionali di Cina ed India”.


Sono ormai passati più di due anni dall'inizio dello spinoso caso legato alla sorte dei due marò La Torre e Girone detenuti in India.


Questa vicenda ha sicuramente evidenziato la mancanza di peso nella politica internazionale del belpaese ed allo stesso tempo una non volontà di creare eccessivi contrasti tra i paesi ed organizzazioni coinvolte, probabilmente per evitare che questi abbiano gravi ripercussioni in ambito commerciale ed economico.


Nel solo 2013, gli IDE indiani e dei paesi dell'Asia emergente hanno diretto più di 300 miliardi di dollari nelle economie occidentali sotto forma di investimenti diretti esteri.


In particolare, dirigendosi verso il caso indiano e prendendo in considerazione il periodo temporale 2003-11 circa il 33% degli IDE indiani si sono mossi verso i paesi dell'Unione Europea, dei quali il 5% in Italia. Rimane un importante collegamento con l'Inghilterra, ex dominatore coloniale, paese che attrae più capitale indiano rispetto agli altri paesi europei.


Nonostante il movimento altalenante, dovuto principalmente alla crisi economica, gli IDE indiani hanno complessivamente incrementato il loro valore rispetto all'anno di rilevazione iniziale della suddetta analisi.


I settori UE che più attraggono capitale proveniente dalle aziende indiane sono quelli comprendenti l'Information Technology (22%), servizi finanziari (8%), servizi alle imprese (12%) e farmaceutico (10%) A questi, in Italia, i settori del tessile, meccanico ed ingegneristico.


Ovviamente il leader tra gli investitori è il Gruppo TATA, infatti gli investimenti esteri del colosso di Mumbai rappresentano più del 30% del totale degli IDE. Chiari esempi delle operazioni svolte in Europa da TATA sono sicuramente le acquisizioni di Jaguar e Land Rover, due importati brand automotive di origine inglese.


Sembra infatti che il flusso degli IDE si sia man mano modificato nella sostanza, con le economie avanzate che attraggono capitale da quelle emergenti.


In uno scenario dove l'Europa ha un bisogno sfrenato di attrarre capitale dall'estero per poter sostenere il processo di uscita dalla stagnante crisi che affligge il vecchio continente e dove il paese governato da Narendra Modi possiede capitale d'investimento appare facile comprendere perchè nella crisi diplomatica tra Italia ed il paese emergenti gli stati europei e la stessa UE hanno mantenuto un low profile.

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