domenica 18 ottobre 2015

Proseguono i negoziati per il TTIP con le proteste sullo sfondo


Continua a crescere in Europa la protesta contro il Transatlantic Trade and Investment Partnership per cui sono in corso round di trattative tra Unione Europea e Stati Uniti.
Per quanto in Italia si parli pochissimo di questo trattato e sul malcontento della popolazione europea sulle norme che lo disciplinano il 10 Ottobre si è svolta una imponente manifestazione di opposizione al TTIP ed al CETA (accordo commerciale stipulato tra Unione Europea e Canada) a Berlino.
L'evento è stato decisamente imponente, gli organizzatori parlano di 250mila presenze. Si pensi che l'ultima manifestazione con un numero maggiore di partecipanti si svolse il 15 Febbraio 2003, in opposizione alla partecipazione alla guerra in Iraq.
La larga partecipazione ha coinvolto non solo i sindacati (tedeschi), ma anche associazioni ambientaliste, gruppi che si occupano di sviluppo, associazioni di consumatori e produttori di alimentari.
Il timore dei contestatori del Transatlantic Trade and Investment Partnership e dell'Accordo Commerciale ed Economico Globale è quello che questi due trattati portino ad un incremento del potere delle aziende multinazionali a discapito della democrazia.
La Commissione Europea non sembra essere del tutto indifferente a questa movimentazione, infatti nel round partito il 19 Ottobre sono stati messi sul tavolo delle trattative degli eventuali vincoli più stringenti al fine di applicare norme di tutela dell'ambiente e di protezione sociale in linea con gli standard definiti a livello internazionale. Ad esempio le linee guida per la protezione dei lavoratori definite dall'Organizzazione Mondiale del Lavoro (il Congresso statunitense ne ha ratificate solamente due su su otto).
A questo si aggiunge anche la nuova proposta, già trattata in questo blog in un articolo precedente, riguardante l'organizzazione e la selezione dei componenti degli arbitrati che si occuperanno di eventuali dispute tra aziende private e stati.
Benchè questo accordo sia stato in effetti poco pubblicizzato (in Italia soprattutto) nonostante il vasto impatto che questo potrebbe avere nell'economia del vecchio continente, i cittadini europei hanno deciso di far sentire la loro voce.
Strategia che, considerando le azioni recenti di Bruxelles, hanno per ora sicuramente portato dei frutti.

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