lunedì 22 giugno 2015

Intesa tra Russia e Grecia per il passaggi o del Turkish Stream


Turkish Stream passerà attraverso il territorio greco.
Panagiotis Lafazanis , ministro greco per l’energia, ed il suo collega russo Aleksandr Novak hanno firmato l’accordo preliminare per la costruzione del gasdotto legato al progetto Turkish Stream.
L’intesa è stata firmata durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo e sancisce il coinvolgimento di Atene nella costruzione del tratto di Turkish Stream che passerà in terra greca.
Turkish Stream è stato progettato in sostituzione di South Stream, progetto arenato (probabilmente in via definitiva) a causa della crisi scoppiata in Ucraina.
In particolare il documento firmato da Novak e Lafazanins prevede che il tratto interessato venga diviso equamente tra la VEB (Vneshekonombank, banca di stato russa dedicata allo sviluppo) e la Grecia. In questo modo Gazprom non avrà direttamente nessun controllo sulla tratta che attraverserà la Grecia.
Inoltre è previsto che la Russia provveda al prestito del 100% dei capitali necessari alla creazione del tratto (circa due miliardi di dollari). Allo stesso tempo il governo russo ha già anticipato che non distribuirà aiuti alle imprese che vorranno investire nel paese ellenico.
I lavori per la costruzione di Turkish Stream cominceranno nel 2016 per poi concludersi nel 2019, anno di scadenza  del contratto sottoscritto tra Kiev e Gazprom per il passaggio del gas in territorio ucraino.
E’ stato previsto che tramite il gasdotto verranno trasportati  47 miliardi di cubi di gas, quantità che la UE giudica eccessiva in funzione delle esigenze dei paesi europei.
Riguardo a questo progetto l’Unione Europea ha sollevato le stesse obiezioni avanzate nei confronti di South Stream, che contravveniva alle normative comunitarie in relazione alla proprietà contemporanea del gas e delle rotte utilizzate per esportarlo.
Questa mossa, anche se non legata alla situazione debitoria del paese con Fondo Monetario Internazionale ed UE, rappresenta una forte presa di posizione politica nei confronti di Stati Uniti e l’Unione stessa, entrambi contrari a sostenere questo progetto in quanto sostenitori di vie alternative a quella russa.
Tutto ciò considerando che in questi giorni il governo guidato da Alexis Tsipras sta negoziando proprio con i vertici europei una possibile ristrutturazione del debito che affligge l’economia del paese.

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