domenica 21 giugno 2015

Grexit è come Lehman Brothers?


A tutti gli attori che annunciano l’avvicinarsi della Grecia alla porta di uscita dell’euro, i mercati stanno rispondendo che questo non impatterà come la crisi del 2008 e la seguente crisi del debito sovrano di 4 anni fa.
Il primo esempio si osserva sui tassi di spread delle nazioni periferiche. I bond spagnoli sono schizzati a 151 punti base nei confronti del benchmark tedesco, livelli di molto inferiori rispetto ai 650 punti base visti nel 2012, quando la Grecia era prossima alla bancarotta. Per gli investitori, questo suggerisce come le possibilità di contagio nel resto d’Europa sono diminuite notevolmente.
“La Grecia è simbolicamente importante per l’Europa ma non rappresenta il caso finanziario Lehman”, ha dichiarato Stephen Jen, managing patner di SLJ Macro Partners LLP a Londra. “L’impatto del default della Grecia o dell’uscita dall’euro sarà negativo per il paese stesso, ma un eventuale contagio sarà limitato. La Banca Centrale Europea sta stampando moneta, i tassi di interesse si mantengono bassi, e l’economia sta vivendo una fase di crescita ciclica”.
I mercati delle valute mostrano anch’essi ottimismo circa il futuro dell’unione monetaria, con l’euro che si rafforza più del 2% negli ultimi due mesi nei confronti del resto dei paesi sviluppati. Tutto questo avviene dopo che l’ultimo incontro dei ministri delle finanze si è concluso senza il raggiungimento dell’accordo sugli aiuti alla Grecia, imponendo ai leader un ulteriore summit di “emergenza” lunedì.

Un importante fattore critico che innervosisce i mercati è lo spettro del controllo dei capitali che la Grecia potrebbe attivare. Lo spread FRA/OIS, indice di quanto le banche siano diffidenti nel prestare moneta ad un altro istituto, è balzato di ben 18 punti base nella sola giornata del 15 giugno. Il picco massimo è pur sempre meno di un quarto degli 80 punti base che ha raggiunto alla fine del 2011.
“La Grecia non è importante nel lungo periodo”, ha dichiarato Stephen Jen, “Un fallimento della Grecia sarebbe effettivamente come ammettere che l’Europa abbia fatto degli errori ad accettare un paese che chiaramente non aveva i requisiti di forza e disciplina necessari per essere un membro. Questo è un rischio per la reputazione europea, e rappresenta una difficoltà molto più importante per l’Europa”.
“Lo scenario indica che gli investitori non pensano la questione greca possa esplodere”: ha dichiarato Fabrizio Fiorini, chief investment officer di Aletti Gestielle SGR SpA a Milano. “E nel caso di un esplosione, il danno verso gli altro bond periferici sarà limitato grazie al programma delle BCE di acquisto dei bond. Le cose possono effettivamente andare peggio prima di andare meglio, ma nel lungo periodo andranno meglio”.

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