Mentre il mondo è distratto dall’infinita saga greca, e
dall’epico andamento della borsa cinese, qualcosa di veramente importante sta
andando in onda.
Riassumiamo in tre parole: Iran e petrolio
I negoziati hanno portato ad un accordo con l’Iran che
ridimensiona il programma di armamenti nucleari. Nonostante grandissimo
scetticismo e perplessità sul possibile risultato delle trattative, l’accordo è
stato raggiunto.
Non lasciate che il mercato finanziario cinese e il dramma
del debito sovrano greco vi distraggano da questo tema di rilevanza mondiale,
poiché ora che l’accordo è arrivato, le ripercussioni economiche e politiche
saranno potenzialmente enormi.
L’accordo fa cessare 13 anni di sanzioni contro l’Iran
causate dall’aspirazione verso l’armamento nucleare, e questo piazza la prima
vera pietra miliare dei risultati ottenuti dalle politiche estere del governo
Obama. L’Iran aveva opportunisticamente sfruttato il periodo post 9/11 per
accelerare il proprio programma, dopo che il maggior nemico “regionale”, Saddam
Hussein, è stato eliminato dall’invasione militare degli Stati Uniti.
La normalizzazione delle relazioni tra due delle più ampie
potenze militari nel medio oriente e la nazione d’eccellenza dell’ovest è un
evento che cambia le regole del gioco per il futuro. L’Iran è in profonda
trasformazione interna, e la popolazione chiede sempre più di aver accesso agli
stili di vita occidentali e, più di tutto, ad essere collegati con Internet.
Questo sembra potersi realizzare quanto più velocemente dopo l’accordo
raggiunto.
Cosa è ancor più affascinante è il ruolo avuto dalla Cina e
dalla Russia.
La Cina ha l’obiettivo ampio di diminuire la presenza
militare americana nel mondo e, più di tutto, una riduzione delle tensioni
geopolitiche nel medio oriente che hanno l’effetto di tenere i prezzi del
petrolio alti.
La Russia ha degli interessi più complessi, poiché
storicamente trae beneficio dei prezzi del petrolio alti. Gettando l’enorme
quantità di petrolio iraniano nel mercato, l’effetto sul mercato sarà
significativamente in una sola direzione, e sommato alle speculazioni, il
prezzo del greggio sembra destinato a toccare nuovi record minimi. Questo,
sommato alle sanzioni europee verso Putin, è normale chiedersi quale sia il
beneficio per la Russia..
Cosa ha portato alla fine dell’Unione Sovietica non è stato
un fallimento militare, bensì lo strapotere economico americano. Per poter
mantenere certi livelli di investimenti nel militare, è necessario avere
un’economia in espansione ed efficiente, e in questo gli Stati Uniti non erano
paragonabili al sistema sovietico.
Un’ampia cooperazione tra Russia e Stati Uniti, oggi,
risulta essere benefica per entrambi, ed entrambi vogliono raggiungere
l’obiettivo di ridurre lo stato Islamico, così come nella volontà dell’Iran. Putin
gioca una carta scaltra, seppur i bassi prezzi del greggio sono dolorosi per
l’economia russa, un’aggressiva presenza americana con forte espansione nel
mondo e nel medio oriente potrebbe essere ancor più dolorosa nel lungo periodo.
Un allentamento dal parte della Russia delle tensioni
geopolitiche, potrebbe facilitare la cessazione delle sanzioni che stanno
dilaniando l’economia interna. E questo, nel lungo termine potrebbe essere un
volano di ripresa e di crescita.
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