«Ci sono le condizioni per alzare la
liquidità alle banche greche», con questa frase alla fine del Consiglio
direttivo della Banca Centrale Europea, Mario Draghi sconvolge giornalisti e
mercati.
A sorpresa e in anticipo rispetto allo
sblocco da parte dell’Eurogruppo dei 7 miliardi di prestito ponte per Atene, la
Bce ha deciso quindi di alzare il tetto di liquidità di emergenza per le banche
elleniche, portando così l’esposizione complessiva della Bce verso la Grecia a
130 miliardi di euro. Gli istituti greci dovrebbero così poter riaprire gli
sportelli, rimasti chiusi dal 28 giugno.
Dopo il voto notturno del Parlamento
greco e l’accordo dei ministri di Eurolandia, «le cose sono cambiate» ha
spiegato Draghi e hanno permesso lo sblocco immediato di 900 milioni di euro,
avvicinandosi alle richieste della Banca centrale ellenica.
Era stato proprio il blocco dell’Ela a 89
miliardi a costringere le banche a chiudere gli sportelli e limitare i prelievi
bancomat. Probabile che con la riapertura rimanga comunque in vigore il limite
di 60 euro al giorno per le operazioni agli sportelli automatici, nell’attesa
che il terzo salvataggio europeo sblocchi quanto necessario, 25 miliardi, per
la ricapitalizzazione.
Draghi ha però anche ammesso che «L’Unione
monetaria è imperfetta e fragile» e che «sono necessari progressi»,
intervenendo anche sulla questione del debito Greco e confermando la necessità
di un taglio netto come già sottolineato dall’FME nel suo ultimo rapporto.
Spazio anche per qualche nuovo attrito
con Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, dopo quello causato dalle
dichiarazioni di Draghi della scorsa settimana proprio sul tema della riduzione
del debito ellenico e archiviato da fonti Bce come «uno scambio di vedute».
Alla domanda di un giornalista di commentare l’ipotesi lanciata dal ministro
tedesco nel fine settimana, ovvero la possibilità che la Grecia lasci l’euro
per almeno 5 anni, Draghi ha risposto
che non commenta affermazioni di uomini politici e che dal punto di vista della
Bce la Grecia è e resta nell’euro, aggiungendo che «Tutte le indicazioni - ha
aggiunto - mi portano a dire che la Bce e il Fondo monetario internazionale
saranno rimborsati dalla Grecia il 20 luglio», un “assegno” di circa 3,5
miliardi oltre interessi.
Concludendo, Draghi ha poi commentato la
situazione globale dell’area euro dove i segnali, ha detto, indicano un
ampliamento della ripresa, nonostante i recenti sviluppi legati al grexit e
confermando i tassi di interesse allo 0,05%.
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