giovedì 12 febbraio 2015

Obbligazioni con tassi negativi: il cioccolato sarà il nuovo oro?

In teoria, se presti soldi a qualcuno dovresti riottenere la cifra prestata più un certo ammontare di interessi. Ma se si guarda all’economia europea di questi ultimi tempi ci si può accorgere che questo non è più del tutto vero. I rendimenti di obbligazioni di paesi “sicuri” come Danimarca, Svizzera e Germania sono negativi, ma cosa ancora più sorprendente anche quelli di alcune aziende multinazionali.

Alla chiusura delle negoziazioni di martedì scorso, ad esempio, le obbligazioni con scadenza 2016 del gigante del cioccolato Nestlè hanno registrato -0,004%. Le obbligazioni con scadenze tra 2016 e 2017 di altre aziende sicure come la farmaceutica Novartis, la chimica Basf e la petrolchimica Shell hanno chiuso con rendimenti prossimi allo zero.

In sostanza gli investitori pagano per il privilegio di prestare dei soldi.

Ma è possibile? E perché i tassi di interesse sono andati in negativo?

Se analizziamo la situazione, possiamo vedere come i rendimenti negativi delle obbligazioni siano il risultato di un semplice meccanismo di domanda e offerta. Chi vende un’obbligazione offre all’investitore degli interessi in cambio del suo prestito. Se la domanda è bassa, il rendimento deve salire per spingere gli investitori all’acquisto; al contrario se la domanda è molto alta il rendimento scende fino ad arrivare addirittura a valori negativi.

Nel caso specifico dell’Europa, ci sono alcuni fattori che stanno influenzando questa dinamica di domanda e offerta. Come evidenzia il Sole24Ore, stiamo assistendo a una “giapponizzazione” dei mercati, una distorsione dovuta in parte anche alla decisione della BCE di lanciare il quantitative easing.

La politica di QE dovrebbe aiutare l’economia riducendo i tassi di interesse e alleggerendo la pressione sul debito pubblico dei paesi più a rischio: la crescente domanda per i titoli di stato spinge i relativi rendimenti al ribasso, rendendoli meno attraenti per gli investitori privati che, in questa situazione, dovrebbero preferire investire in altre attività di maggiore dì stimolo per l’economia.

Ma in questo momento gli investitori hanno aspettative pessimistiche e deflazionistiche sul futuro dell’Eurozona, cosa che li spinge a evitare investimenti rischiosi, ma remunerativi e a preferire quindi titoli di stato o obbligazioni societarie sicure, come quelle di Nestlé, sperando di guadagnarci in futuro in termini reali in seguito a una diminuzione dei prezzi. Dal punto di vista azionario invece caccia è aperta per i titoli di società che continueranno a garantire dividendi elevati, remunerazioni straordinarie agli azionisti o lanceranno operazioni di buy back.

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